(Modena) Nell’ambito di After Festival, promosso da Agenzia digitale dell’Emilia-Romagna, si sono svolti i laboratori formativi “Donne Digitali” organizzati dalla delegazione reggiana e modenese dell’associazione EWMD (European Women’s Management Development) con il supporto di Unimore. Alle 150 partecipanti iscritte alla giornata ho portato il saluto della Regione, sottolineando la necessità di investire nelle competenze digitali, tecnologiche e scientifiche delle donne. Anche la presidente di EWMD Nadia Caraffi ha elencato i diversi ritardi strutturali che frenano lo sviluppo italiano: tasso di occupazione femminile sotto il 50% (nel resto d’Europa è sopra il 60), scarsi servizi di welfare, in generale pochi laureati e con scarsa cultura scientifica. Le giovani hanno un livello medio di istruzione più elevato dei coetanei maschi ma il loro inserimento nel mercato del lavoro dipendente è molto più tardivo e ancor più precario. Forse non a caso l’Italia primeggia solo per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome…
Contraddizioni che si risolvono purché si punti alla parità di genere attraverso il superamento di stereotipi culturali e incentivi al lavoro equo e di qualità. Nel mio intervento ho parlato dell’attuale investimento in digitalizzazione e innovazione tecnologica della Regione, che si accompagna a politiche strutturali finalizzate alla partecipazione delle donne allo sviluppo sociale ed economico del territorio. Proprio il digitale è emblematico della disuguaglianza di opportunità che persiste tra donne e uomini, dovuta a insicurezze e modelli culturali arretrati, che generano segregazione formativa sin dalle scuole. Se pensiamo che -dati Ocse- nel campo digitale e informatico ci sono 4 milioni di posti di lavoro, pronti per essere occupati dai nostri figli da oggi ai prossimi anni, dobbiamo far sì che sempre più giovani donne colgano tale opportunità.
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