(Modena, 8 settembre) Grazie all’invito della responsabile Lavoro del PD modenese Stefania Gasparini, insieme a Roberta Roncone della CISL, all’imprenditrice Vanessa Boccia e la manager di Confindustria giovani Silvia Pecorari, abbiamo esplorato criticità e punti di forza di una situazione italiana ancora inadeguata quanto a contributo femminile allo sviluppo (siamo al 117mo posto nel Gender Gap Report del World Economic Forum per la partecipazione socio-economica delle donne). Ci dice però l’Istat che le cose stanno cambiando: l’attuale crescita è dovuta soprattutto alle donne italiane, il cui tasso di occupazione ha raggiunto il valore più alto da sempre, 49,1%, pur restando lontano l’obiettivo europeo del 70% entro il 2020. La correlazione positiva tra aumento delle lavoratrici e sviluppo di un Paese (grazie a crescita del mercato dei servizi, dei consumi, delle entrate fiscali ecc.) è un fenomeno accertato dagli economisti e dunque occorre investirvi. 

Una dimostrazione la offre anche l’EmiliaRomagna, dove il tasso di attività femminile è pari al 68,4%, +1,2 punti rispetto al 2016, il più alto dopo la Valle d’Aosta. E la nostra regione presenta infatti tra i migliori indicatori economici, dal Pil all’export pro-capite e una disoccupazione scesa dal 9 al 6,6% in soli due anni. Una netta ripresa dopo la lunga crisi, che per consolidarsi richiede, non secondariamente, di agire su due fronti ancora critici: la disoccupazione giovanile e le disparità tra i generi nella qualità del lavoro, nelle opportunità di carriera, nei livelli retributivi e per quanto riguarda le difficoltà di conciliazione lavoro-famiglia. Ecco perché stiamo rafforzando tutte le politiche volte a superare la segregazione formativa femminile, il gender pay gap, la mancanza di servizi adeguati per madri lavoratrici e professioniste. E’ questione di equità che si traduce in crescita.