(Festareggio, 25 agosto) Introdotto dal segretario dei Giovani Democratici Luca Bonacini, il dibattito che abbiamo dedicato ai diritti delle persone Lgbt (VIDEO) ha rafforzato una convinzione: che i tempi sono maturi per la normativa nazionale di contrasto all’omo-transfobia e che una legge regionale, in Emilia-Romagna, potrà sostenere la sua definitiva approvazione da parte del Parlamento. Ne abbiamo parlato con Margherita Graglia, formatrice e saggista, con Chiara Calestani dell’Arcigay reggiana e alla presenza di Manuela Macario, presidente Arcigay di Ferrara. E ne abbiamo in particolare approfondito le ragioni di diritto e di equità sociale con Franco Grillini, fondatore e presidente onorario di Arcigay nazionale, già parlamentare e poi consigliere in Regione nella scorsa Legislatura quando depositò con la firma di alcuni di noi un primo progetto di legge regionale per prevenire e contrastare le violenze omofobe.
Il Protocollo “per il contrasto all’omotransnegatività e l’inclusione delle persone LGBT” sottoscritto dal Comune di Reggio Emilia lo scorso maggio costituisce stimolo ed esempio di rete locale, non a caso in una Regione che ha strutturato il proprio welfare in stretta collaborazione sia con l’associazionismo sia con gli enti che promuovono i diritti umani e civili, e si è dotata di una legge quadro regionale per la parità che, all’art. 13, sancisce l’impegno a “prevenire ogni tipo di violenza e discriminazione di genere, in quanto lesiva della libertà, dignità, inviolabilità della persona”. Le stesse norme sulle unioni civili finalmente vigenti in Italia, hanno rappresentato e alimentato un clima sociale diffuso molto più favorevole all’eguaglianza nei diritti tra persone che hanno un diverso orientamento o identità sessuale. Ora, il nuovo progetto di legge regionale che sto approntando con il contributo di Arcigay e delle altre associazioni Lgbt, in raccordo con il Partito, potrà colmare lacune di informazione, educazione e servizi che non hanno alcun motivo di persistere.
Fra i temi quello sanitario, ove la discriminazione subita, più o meno violenta, determina minore prevenzione rispetto a malattie sessualmente trasmissibili. Le istituzioni tutte facciano dunque sino in fondo anche questo passo, verso il superamento di violenze, incitamento all’odio, bullismo, condotte suicidiarie che riempiono tristemente la cronaca giornalistica nazionale e internazionale. Estendere libertà e una cultura del rispetto reciproco non toglie ma aumenta le sicurezze di un Comunità.
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