(Reggio Emilia, 23 agosto) Nel giorno dell’inaugurazione di Festareggio, ho avuto il piacere di conoscere personalmente Giusi Nicolini, ora nella segreteria nazionale del PD e sino a pochi mesi fa Sindaca combattiva, emblema dell’accoglienza possibile nel periodo più drammatico e di maggiore pressione migratoria sulle nostre coste. A lei è stato assegnato il premio Unesco per la Pace 2017 “per la grande umanità e l’impegno costante nella gestione della crisi dei rifugiati e della loro integrazione dopo l’arrivo di migliaia di rifugiati sulle coste di Lampedusa e altrove in Italia”, si legge nelle motivazioni. Durante le visite alla Sala del Tricolore e a Casa Cervi, dove ha incontrato il sindaco Luca Vecchi e la presidente Soliani, poi la sera sul palco di Festareggio, Giusi Nicolini ha portato la sua esperienza su un tema che va affrontato con grande pragmatismo e non perdendo mai di vista la centralità della persona. Anche noi, in Commissione Parità e con la Garante dell’infanzia regionale, ne tratteremo presto un aspetto importante, quello dei diritti e dell’accoglienza dei rifugiati minori non accompagnati.
Diversi fattori rischiano di farci perdere umanità e lucidità su questo problema epocale quanto ineludibile: un contesto internazionale infragilito dalla crisi economica e dal terrorismo fondamentalista, una certa politica becera e populista amplificata da certi media strumentali, che fomenta ogni giorno le paure di “invasione” di migranti “impossibili da integrare e ladri di lavoro”. Quando al contrario del loro lavoro abbiamo bisogno al pari di un’integrazione sociale e culturale che in molti territori è già realtà positiva. Bene dunque le regole e il rigore con il quale il Governo italiano sta gestendo il rapporto con le ONG impegnate in Mediterraneo e con le forze libiche per contrastare il traffico criminale di esseri umani. Ma le migrazioni per fame, guerra e disperazione non si fermano solo con i deterrenti all’illegalità… il cammino verso una gestione razionale ed equa dell’accoglienza dei rifugiati da parte dell’Unione Europea, ancor più verso una strategia efficace ed unitaria di cooperazione internazionale, è ancora molto lungo.
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