(10 luglio) Si è svolta nella sala del consiglio comunale di Castelnovo ne’ Monti l’iniziativa promossa dal Partito Democratico sul futuro dell’Ospedale Sant’Anna e del Punto nascita. All’incontro, molto partecipato dalla cittadinanza, sono intervenuti Sindaci e Amministratori della nostra montagna e anche di Scandiano e Montecchio Emilia, la senatrice Pignedoli, il presidente della Provincia e il segretario PD Costa. Tutti concordi sulla positività degli investimenti regionali, pari a tre milioni, che potenziano il servizio di Pronto soccorso e l’organico dell’ospedale con sei nuovi medici e dieci infermieri in più; d’accordo anche sulla necessità di presidiare i cambiamenti in atto assieme alla comunità castelnovese, formando un gruppo consultivo in cui la dirigenza ASL e le rappresentanze locali condividano la rivisitazione della rete ospedaliera –con il “centro” avanzato del Santa Maria Nuova e attorno ospedali più specializzati e di primo livello- e un Piano attuativo locale (PAL) che aggiorni criteri di sicurezza, livelli di cura e accessibilità con adeguati tassi di integrazione e tempi certi.
Nel dichiarare il mio impegno ad accompagnare il percorso di richiesta al Ministero di deroga per il Punto nascita, che era già stato annunciato in Aula dall’assessore regionale Venturi, ho sottolineato il margine di discrezionalità proprio della politica, da giocare fino in fondo nell’interesse delle donne e delle famiglie residenti. I professionisti della Sanità e della medicina vanno ascoltati sempre, sia quando motivano la scarsa sicurezza per le partorienti in strutture a bassa operatività sia quando, ad esempio, spiegano l’importanza delle vaccinazioni. Il compito della politica nelle Istituzioni è però diverso, è quello di analizzare, approfondire e percorrere le strade anche più difficili che tengano assieme le esigenze di salute, di sicurezza, di libera scelta e autodeterminazione delle persone accanto alle necessità organizzative. Detto in altre parole, lavoreremo affinché il Punto nascita di Castelnovo Monti resti aperto e raggiunga i parametri di sicurezza…richiesti non dalla Lorenzin o dai vertici della Sanità, ma come ovvio da tutte le donne che vivono in montagna, che in montagna vogliono far crescere i loro figli e figlie.
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