(Bologna) L’anno scorso, agli uffici del Garante regionale Infanzia e Adolescenza, sono arrivate 137 segnalazioni, in maggioranza su iniziativa di genitori (57) e a seguire dei servizi socio-sanitari. In un solo caso è stato il minore ad attivarsi direttamente. Al centro vi sono conflittualità tra cittadini e Servizi o Istituzioni, poi i conflitti in ambito familiare, ad esempio tra i genitori. La Garante Clede Maria Garavini, nominata a fine 2016, ha inoltre preso in carico altre 70 situazioni in cui è stata segnalata una lesione dei diritti di minorenni. È quanto ha riferito alla Commissione Parità e i Diritti delle Persone nella Relazione annuale, che è stata occasione di tracciare il programma di mandato 2016-2021 con interventi su diversi contesti educativi, relazionali, sociali. L’obiettivo di fondo è favorire una cultura attenta ai diritti e al benessere delle persone di minore età, viste come soggetti sociali attivi.
Tra le azioni previste: il potenziamento dei saperi professionali di chi opera per la protezione e la cura dei minori, perché dall’analisi dei piani formativi “emergono carenze”, ad esempio nelle materie psicopedagogiche. Inoltre, promuovere competenze specifiche per l’ascolto, in particolare nei casi di bambini, bambine e adolescenti collocati fuori dalla famiglia di origine o che sono esposti a fragilità sociali e di salute. L’estensione e consolidamento di reti territoriali di osservazione consentiranno poi di rilevare lo stato di realizzazione dei diritti, di evidenziare barriere, ostacoli e di individuare situazioni di rischio. Le segnalazioni indicano che, accanto a centri di servizio e assistenza all’avanguardia, vi sono situazioni locali dove le Linee guida per i minori della Regione non vengono applicate. Abbiamo infine convenuto sull’utilità di incontri sui territori, per sensibilizzare e far conoscere le tutele che l’Istituto di garanzia regionale mette a disposizione.
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