Reggio_gayprideOK_3giu17(Reggio Emilia, 3 giugno) Almeno diecimila persone in corteo, con l’orgoglio della dignità, delle conquiste e delle libertà contro ogni discriminazione. C’ero anch’io a sostenere il “Remilia pride” dei diritti, tra molti amministratori locali -dal Sindaco Luca Vecchi al segretario Pd e Sindaco di Luzzara Andrea Costa- e rappresentanti delle istituzioni che hanno voluto essere al fianco delle persone Lgbt e di tanti cittadini e cittadine aderenti alla larga “causa” dei diritti civili. Al centro della colorata manifestazione, infatti, non vi era solo il completamento della riforma sulle Unioni civili e la richiesta di sbloccare in Parlamento la legge nazionale per il contrasto all’omo-transfobia, ma altri temi come ad esempio lo Ius soli, vale a dire il diritto di chi è nato in Italia di vedersi riconosciuta la nostra cittadinanza. Anche qui manca a tutt’oggi una legge dello Stato, che riteniamo un atto di civiltà oltre che integrazione, per contribuire a sconfiggere l’odio e le paure.

ReggioEmilia_gayprideAl primo Gay Pride “mediopadano” sono intervenute le principali associazioni che promuovono i diritti delle persone lesbiche, omosessuali, bi e transessuali e delle famiglie Arcobaleno, come Arcigay Gioconda e il suo presidente Alberto Nicolini, Arcigay nazionale guidata da Flavio Romani, la Cgil reggiana e regionale, tra l’altro in corteo con un suo carro. Dal palco il Sindaco e le associazioni hanno anche presentato il Protocollo d’intesa contro l’omofobia siglato lo scorso maggio in Comune (QUI IL TESTO), che pone Reggio Emilia all’avanguardia per tolleranza praticata, per apertura culturale e rispetto delle differenze. Ora vogliamo che sia la Regione Emilia-Romagna a trainare il contrasto all’odio omofobo, a porre con una propria legge le basi giuridiche e culturali di una normativa nazionale che tuteli la dignità personale contro tutte le violenze determinate dall’orientamento o identità sessuale e di genere.