Commissione_18gen2017(Bologna, 10 maggio) La Commissione Parità e Diritti delle Persone ha approvato all’unanimità due risoluzioni che chiedono alla Regione di attivarsi affinché venga finalmente istituita la figura del Difensore Civico nazionale, come previsto dalle normative europee e da risoluzioni approvate in sede Onu e UE, a rafforzamento del ruolo di garanzia per le persone rispetto a mancanze o discriminazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. La presenza di un ‘Ombudsman’ (difensore civico) è infatti parametro di democraticità per gli Stati e requisito per l’adesione all’Unione europea, e lo stesso coordinamento che riunisce i Difensori civici regionali ne ha da tempo sottolineato la necessità a fronte di una crescita dei bisogni di tutela delle persone nel campo dei diritti umani, sociali e di salute, in coerenza con i principi della Carta Costituzionale. Non solo.

partecipazioneRiteniamo che il Parlamento debba valutare l’istituzione di un coordinamento nazionale di tutti gli Istituti di Garanzia (compresi i Garanti detenuti e minori), al fine di integrare nel modo più funzionale ed efficace le risorse umane e strumentali, nonché i processi di gestione per l’effettiva esigibilità dei diritti superando situazioni “disomogenee sui territori” e la frammentazione degli interventi di tutela, come ha spiegato la prima firmataria di questa Risoluzione (TESTO) Francesca Marchetti. È secondo noi fondamentale che l’Italia si doti della figura dell’Ombudsman e che ci sia una forte integrazione tra le figure di garanzia dei diritti; ho inoltre proposto che la nostra Commissione coinvolga l’Anci per promuovere fra i Comuni dell’Emilia-Romagna la possibilità di avvalersi del Difensore civico regionale attraverso convenzione. In generale il rafforzamento degli Istituti di Garanzia porta un valore in termini di educazione civica, perché promuove la strada della persuasione e può superare in parte il conflitto giudiziario tra cittadini e pubblica amministrazione. Il Difensore regionale Gianluca Gardini ha dichiarato:

“E’ un segnale molto positivo che la Commissione sia intervenuta formalmente per ribadire l’urgenza di istituire un sistema di Difesa civica nazionale sul modello dell’Ombudsman, al fine di rafforzare le garanzie per i diritti fondamentali degli individui. Altrettanto positiva è l’indicazione a valutare un coordinamento degli Istituti di Garanzia. Tale riflessione dovrebbe muovere anzitutto dal livello regionale, per essere estesa in seguito anche al piano nazionale”. Sulle 600 istanze ricevute dall’ufficio regionale nel 2016 – ha riferito Gardini nell’informativa da noi richiesta – la stragrande maggioranza ha avuto esito positivo e i casi di mancata collaborazione delle amministrazioni sono davvero isolati. Il fatto di non avere poteri coercitivi non rappresenta un punto debole, – ha detto – ma un aspetto positivo del Difensore civico che, a differenza di quanto accade in giudizio, può entrare nel merito delle scelte senza fermarsi alla legittimità e indicare strade alternative. Il legislatore nazionale ha recentemente scoperto l’esistenza del difensore civico regionale, chiamato in causa in ambiti quali la sanità o il diritto di accesso agli atti, ma ancora non ha affrontato l’istituzione di quello nazionale, oggetto di diversi progetti di legge “affossati” negli ultimi 20 anni. Il nuovo quadro normativo potrebbe essere l’occasione per un ripensamento della figura in un’ottica più ampia e completa, -ha affermato Gardini- c’è spazio per una riflessione sull’istituzione di un’autorità collegiale di garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini, in quanto la pluralità degli interessi in campo richiede una complessità di organizzazione, basti pensare a tutte le ipotesi di violazione dei diritti, in ambiti quali ad esempio la disabilità, l’orientamento sessuale, l’appartenenza religiosa.