Rivolgendosi ai tre candidati alla Segreteria nazionale del PD, le coordinatrici Donne Democratiche di Emilia-Romagna, Friuli e Veneto avevano chiesto precisi impegni sia per imprimere una svolta alle politiche nazionali di pari opportunità e di contrasto alle discriminazioni di genere, sia per vedersi riconosciuto un ruolo di elaborazione e rappresentanza utile al Partito. “Riteniamo che il candidato alla Segreteria Andrea Orlando abbia recepito pienamente le nostre richieste – ha dichiarato a nome delle colleghe la coordinatrice dell’Emilia-Romagna Lucia Bongarzone – e confidiamo che l’impegno personale assunto dal candidato per migliorare la cultura della parità fra donne e uomini, sia nel Paese che nel Partito, verrà confermato in caso di sua elezione.” Ecco la lettera di Andrea Orlando, in risposta al documento delle Conferenze delle Donne Democratiche del Nord-Est.
(Roma, 13 aprile) “Carissime, prima di tutto vi ringrazio del contributo che sin dalla nascita del PD avete offerto, attuando la previsione statutaria del nostro Partito e impegnandovi quotidianamente sui vostri territori, coinvolgendo le comunità in proposte concrete di equità sociale di cui l’Italia ha urgente necessità se vuole emanciparsi dai propri problemi strutturali. Come ben rilevate, la democrazia paritaria è ancora tutta da costruire ed è per questo che come Partito Democratico e come società abbiamo bisogno di luoghi che, in modo permanente, rafforzino temi, azioni e strumenti diretti a contrastare le disuguaglianze di genere in tutti i campi, dal lavoro, alla politica, alla cultura, all’educazione, nonché a prevenire e combattere la violenza sulle donne. Sarò molto chiaro sulla mia idea di parità. Non basta che siano gli uomini a collocare le donne ai vertici, ma bisogna creare le condizioni affinché siano le donne stesse ad arrivarci con le loro caratteristiche, i loro meriti, le loro differenze, senza che debbano scegliere tra vita familiare e impegno pubblico-professionale. Vorrei che proprio queste differenze di esperienze e di approccio nutrissero un modo diverso di fare politica, di stare nelle istituzioni e di concepire il potere. Solo una vera e profonda alleanza tra uomini e donne ci consentirà di superare una narrazione semplicistica e autoconsolatoria del protagonismo femminile.
E’ tempo che la Convenzione di Istanbul contro la violenza domestica nei confronti delle donne sia pienamente attuata, superando il mero coordinamento delle forze già in campo con risorse economiche che si sono rivelate inadeguate e costruendo un sistema di prevenzione sicuro, che da Nord a Sud impedisca l’intollerabile sequenza di femminicidi per mano di uomini nell’ambito di relazioni affettive.
Il problema di fondo è senza dubbio culturale e quindi strutturale deve essere la risposta, attraverso una normativa organica che costruisca una cultura antidiscriminatoria e rispettosa della dignità delle donne partendo dalle scuole. Risulta necessario puntare su un piano strategico di investimenti sociali per il sostegno alla maternità e alla paternità, per nidi, scuole, servizi per la non autosufficienza, che sollevi le donne dalla fatica della conciliazione, della cura e dell’assistenza troppo spesso a loro carico esclusivo. E noi uomini… dobbiamo imparare a scoprire la bellezza del prendersi cura e la condivisione delle responsabilità familiari.
Le disuguaglianze esistono anche nell’accesso a cure appropriate, per il quale occorre un serio investimento nella ricerca e per favorire il radicamento della medicina di genere nel sistema sanitario nazionale, unitamente al rafforzamento dei servizi territoriali e all’accesso in sicurezza di tutte le prestazioni sanitarie compresa l’interruzione volontaria di gravidanza.
Il differenziale salariale tra uomini e donne è un fenomeno internazionale da risolvere in sede europea insieme alla promozione di garanzie di welfare, di incentivi all’occupazione femminile di qualità e flessibilità adeguata ad una miglior organizzazione dei tempi di vita. L’orientamento professionale delle giovani nelle materie tecniche, scientifiche e digitali, in ottica di empowerment e occupabilità femminile, va in questo senso.
Il Partito Democratico ha bisogno della vostra energia per raggiungere questi obiettivi ambiziosi e non più rinviabili, per i quali è necessaria la forza della vostra autonoma elaborazione politica, che sa partire dal basso per indirizzare la politica e per trasformare il Paese. In questa cornice la Conferenza delle Donne Democratiche dovrà svolgere un ruolo attivo, affinché la realtà dei bisogni e dei diritti delle donne irrompa nell’agenda politica e nelle priorità del Paese, mediante un’azione congiunta e trasversale che attraversi tutti i livelli del Partito Democratico e delle istituzioni.
Il mio personale impegno non mancherà, così come non mancherà la mia personale convinzione, che parte dalla consapevolezza che il rispetto della soggettività e dell’autodeterminazione femminile è una questione di civiltà e una sfida per la sinistra.
Andrea Orlando
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