INTERVISTA RILASCIATA A REGGIO NEL WEB
Roberta, perché ha scelto di sostenere Orlando? L’ho sempre stimato, prima come riferimento dei giovani di sinistra e poi come Ministro della Repubblica. Una persona seria e competente che riconosce il valore dell’ascolto ed ha una straordinaria capacità di sintesi di posizioni anche molto differenti tra loro. Quando ha deciso di candidarsi lo ha fatto con alcuni obiettivi chiari che sono stati per me di grande conforto ed ispirazione… per dare il proprio contributo a contrastare la prepotenza imperante che spesso attraversa i modi e gli stili di una classe politica inadeguata e per cambiare profondamente il partito democratico recuperando le ragioni ed i valori profondi dello stare insieme, mettendo da parte sterili protagonismi e, al centro, i bisogni di un Paese che soffre.
Principali differenze fra Orlando e Renzi. Il principio della “rottamazione” delle persone, che è stato alla base dell’impegno politico su scala nazionale di Renzi, è lontano anni luce dalla proposta plurale, inclusiva e unitaria che Andrea Orlando propone alla politica e alla società. La capacità di lavorare in squadra, il rispetto delle persone e delle idee diverse, la mitezza uniti alla fermezza di un’autentica cultura democratica e antifascista sono le caratteristiche davvero rivoluzionarie che possono guarire un tempo presente affamato solo di aggressività. Quali sono le proposte politiche di Orlando che l’hanno convinta? Mi convince da un lato l’impegno esplicito di restituire al partito la dignità di una funzione costituzionalmente garantita, che non può ridursi a mero comitato elettorale ma deve contribuire a leggere i bisogni delle persone e a tradurli in azione politica condivisa con tutti gli attori della società e fuori dall’autoreferenzialità dei vincenti a tutti i costi…
perché si vince tutti insieme o non si vince affatto; dall’altro la responsabilità di farsi carico delle nuove povertà e delle disuguaglianze nell’accesso alle opportunità come perno di uno sviluppo del Paese non più rinviabile, soprattutto in termini occupazionali. L’idea poi di una proposta organica di cittadinanza di genere per superare le disparità salariali, combattere la violenza sulle donne ed affermare una compiuta democrazia paritaria mi ha del tutto convinta che Andrea Orlando è la persona giusta per costruire l’alternativa di cui abbiamo bisogno.
Roberta, a suo avviso Orlando è in grado di intercettare il consenso degli ex democristiani? Il PD è un progetto politico che unisce le culture democratiche antifasciste, un progetto che abbatte recinti e gabbie per costruire ponti di collaborazione contro le derive populiste. In questo senso un pensiero profondamente responsabile, europeista, di salvaguardia e giustizia sociale non può che incrociare il favore degli uomini e delle donne di buona volontà che hanno a cuore i destini della nostra amatissima Italia… siano essi ex o non ex.
Qual futuro prevede per il Partito Democratico?
La candidatura di Andrea Orlando mette in campo un disegno che “parla al plurale” con personalità ma senza personalismi. Noi stiamo lavorando con slancio, passione e tanto impegno per un PD che torni ad essere la “comunità politica” che tanti giovani avevano sognato, ma che oggi li ha delusi. Se il Partito Democratico coglierà fino in fondo l’occasione di confronto di questo congresso, se saprà ascoltare e mettersi autenticamente a servizio nel pieno rispetto di tutte le sensibilità… prevedo un futuro soprattutto utile ad affrontare le sfide di una globalizzazione che ritrovi il senso di una nuova umanità.
CARA ROBERTA.SPERO TANTO CHE ORLANDO POSSA VINCERE LE PRIMARIE.CONDIVIDO IL TUO PENSIERO E LE TUE PAROLE SU RENZI ANCHE SE IO NON SONO PIù ISCRITTO AL PD DA QUANDO LUI ERA SEGRETARIO.SONO UN VECCHIO COMUNISTA COME LO ERANO I MIE GENITORI.SPERO CHE ORLANDO RIESCA A PORTARE UN VERO CAMIAMENTO NEL PD .
capisco perfettamente chi adesso sostiene la candidatura di Orlando, ma se tutti insieme avessimo sostenuto il cambiamento previsto dalla riforma costituzionale potevamo anche vincere e adesso saremmo in un’altra situazione e non nelle sabbie mobili, gli ultimi mesi del 2016 era solo “un tutti contro Renzi” al di là dei cambiamenti che voleva introdurre, la riforma costituzionale era l’ultimo dei problemi dei mass-media, volevano abbattere Renzi e basta…che avrà anche il suo “caratterino” ma non possiamo dire che non abbia lavorato e cercato di cambiare l’Italia e personalmente, a questo punto, ho perso la speranza che qualcun’altro ci riuscirà