(Reggio Emilia, 17 marzo) La ministra Anna Finocchiaro ha partecipato al primo incontro pubblico dei sostenitori reggiani di Andrea Orlando candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico. Abbiamo così lanciato il Congresso che dopo le discussioni e votazioni degli iscritti nei Circoli porterà l’elettorato al voto delle primarie il 30 aprile. La ministra ha spiegato il suo appoggio a Orlando (LEGGI la MOZIONE) parlando di una sensazione maturata nel tempo tra gli iscritti: «una difficoltà a far rientrare le proprie parole e idee in quello che pareva essere l’unico canone ammesso». Questo congresso, oltre a trovare una nuova leadership, deve sancire l’inizio di un lavoro di ricostruzione per superare la frammentazione e lo spaesamento nei quali versa il PD e la sua base sociale, perché «un partito deve essere un luogo di pensiero collettivo», in cui le voci si ascoltano, si arricchiscono e trovano poi la propria sintesi per essere all’altezza delle sfide che ci attendono.
Se con Renzi il partito è stato lasciato a se stesso e l’impronta troppo personalistica ha provocato, oltre ad una scissione, crepe diffuse e profonde, Orlando è colui che può – e che vuole a tempo pieno – costruire un luogo politico inclusivo sia nella partecipazione interna che nei contenuti programmatici alternativi e di sinistra: dignità del lavoro, superamento dei populismi, rilancio dello stato sociale e alleanza con la scuola, solo per dirne alcuni. Eravamo circa 200 sostenitori riuniti per questa “partenza”, in un viaggio nel quale darò il mio contributo al Comitato regionale per la proposta di Andrea Orlando. Tra gli altri sono intervenuti il segretario provinciale Andrea Costa, il coordinatore di Reggio per Orlando Emanuele Cavallaro, i deputati Antonella Incerti, Maino Marchi e Paolo Gandolfi insieme a tanti iscritti, amministratrici e amministratori locali del PD uniti dalla speranza concreta di un partito utile e accogliente. Né più né meno, Democratico.
Non sono poche le perplessità nel vedere tanti dirigenti politici e membri del governo che finora hanno portato avanti idee e provvedimenti del governo (e dirigenza politica) di Renzi, schierarsi ora con Orlando. Perchè non sono intervenuti prima che questo sfaldamento del partito fosse così avanzato? perchè non hanno mai contrastato la chiara linea divisiva di Renzi? Ora quanto sono affidabili (Orlando, Finocchiaro, Fabbri…)? Non sarà il tentativo di fare da “foglia di fico” per arginare l’emorragia di voti restando sempre all’ombra di Renzi? Come aver speranza che qualcosa possa cambiare con Renzi oltre il 60% di consensi?