(Reggio Emilia) Al centro resta la cura appropriata, garantita dalle competenze mediche e assistenziali già in campo, nell’ambito di un’organizzazione sanitaria più integrata ed efficace. Tra i punti qualificanti del cambiamento vi è l’introduzione di un numero crescente di percorsi interdisciplinari dedicati a singole patologie, nei quali sia chiaro chi prende in carico il paziente dal momento del suo arrivo fino alla sua dimissione: una necessità che dovrà essere colta appieno dall’unificazione tra Santa Maria Nuova, Ircss e Azienda sanitaria locale prevista per il 1 luglio 2017, considerato che il progetto prevede un solo Ospedale, articolato su tutte le sei attuali strutture ospedaliere esistenti, per offrire uniformità di cure in tutta la provincia. Queste in sintesi le sollecitazioni che un centinaio di medici, operatrici e operatori sanitari hanno rivolto a vertici aziendali e istituzioni nell’incontro organizzato dal circolo PD Sanità e Welfare sul futuro della sanità reggiana.
Vi ho partecipato in qualità di relatrice del progetto di legge regionale per la fusione, con il segretario provinciale PD Andrea Costa, il sindaco Luca Vecchi, il presidente Gianmaria Manghi, i direttori dell’azienda ospedaliera e sanitaria Fausto Nicolini e Giorgio Mazzi, il consigliere della Manodori Grisendi e Giannicola Albarelli di Unindustria. Gli interventi hanno sottolineato la grande disponibilità, richiesta al personale medico e sanitario, a lavorare in squadra e in modo davvero integrato per realizzare una utile specializzazione delle strutture, fermi restando i centri a vocazione generale del Santa Maria Nuova e di Guastalla. Un esempio lo offre Correggio, in stretto rapporto con la struttura di Albinea, come centro specialistico per la riabilitazione. L’impegno riorganizzativo per l’Azienda unica sarà coerente agli investimenti della Regione nella Sanità reggiana compiuti in questi anni, dal Core al prossimo Padiglione per la maternità e l’infanzia Mire, sino alle Case della Salute per i servizi di prossimità.
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