(Fabbrico, 27 febbraio) Alle celebrazioni per il 72° Anniversario della Battaglia Partigiana i rappresentanti delle Istituzioni del territorio e di Anpi, associazioni e cittadini, hanno reso omaggio ai caduti e combattenti che in questo giorno del 1945 salvarono 22 ostaggi civili dalla rappresaglia nazifascista. A rappresentare il Governo nazionale, invitato come ogni anno dal Sindaco Maurizio Terzi, è intervenuto il Ministro della Giustizia Andrea Orlando che nella sua orazione ufficiale ha onorato la Resistenza e il sacrificio di quanti conquistarono per tutti noi la pace e le libertà democratiche. Un discorso alto e sincero su una Memoria che diventa necessità di contrapporsi, oggi, con determinazione a chi semina odio, intolleranza, discriminazioni grandi e piccole. Nostro compito è sorvegliare la quotidianità e costruire dialogo, tolleranza, ponti, dove altri vogliono costruire muri e disuguaglianze inaccettabili.
Per Orlando la lotta di Resistenza è una pagina di storia il cui valore, il cui significato nessuna ricerca e intento revisionistico potrà mai diminuire. Il Ministro ha poi richiamato quel “senso di umanità” che i nazismi e i fascismi hanno tentato di cancellare, riaffermato invece dalle scelte, sacrifici, azioni e testimonianze di tanti.. come il partigiano Pietro Benedetti che prima di essere fucilato, dal carcere romano scrive una lettera con la quale raccomanda ai figli: “Amatevi l’un l’altro miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell’amore per l’umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili.” Queste le parole, citate con emozione dal Ministro Orlando, capaci di costruire il futuro che vogliamo. Per le profonde radici valoriali, per la sensibilità dell’uomo, per la non rassegnazione verso la prepotenza e le iniquità, la mia scelta per il Congresso del Partito Democratico, al di là delle convenienze, è Andrea Orlando.
brava, se stavi per Renzi o per Emiliano non te lo avrei perdonato