(Bologna, 1 febbraio) In audizione, convocata dalla Commissione Parità e Diritti delle Persone, il Garante regionale dei Detenuti Marcello Marighelli ci ha spiegato la situazione della Casa circondariale di Modena, dove ha verificato una presenza molto significativa di detenuti stranieri, quasi il 67% rispetto ad una media negli istituti della regione che è di circa del 47%. La struttura vive difficoltà di organico ed è al centro di una vertenza sindacale del personale di polizia penitenziaria, su cui la consigliera Gibertoni del Movimento 5Stelle aveva sollecitato un intervento: al termine del dibattito abbiamo deciso di lavorare insieme per una Risoluzione che coinvolga la Giunta regionale nell’orientare ad una soluzione le autorità statali competenti. Il Garante ha confermato una carenza negli organici del 22% per la polizia penitenziaria e del 37% per il personale giuridico-educativo. Ma il problema della carenza di personale negli Istituti di pena riguarda tutta la regione, tanto che a fine 2016 gli agenti penitenziari operanti nelle varie sedi di detenzione erano 1.831 contro una previsione di 2.391 unità.
Nel mio intervento ho sottolineato come l’impegno coordinato del Garante delle persone private della libertà personale e della Commissione Parità, possa incidere positivamente sulle condizioni di vita nelle carceri e sull’applicazione delle norme per la rieducazione e il reinserimento sociale; ne è esempio la nostra sollecitazione sulla Casa Lavoro di Castelfranco Emilia, a cui è seguita la visita del Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Tornando al merito dell’audizione, per Marighelli “l’avvicendarsi nella posizione di Provveditore regionale di diverse figure di ottime capacità, ma impegnate su un territorio troppo vasto (Emilia-Romagna e Marche) e per periodi brevi”, avrebbe limitato le possibilità di risolvere i problemi. Secondo il Garante va salvaguardato l’impegno positivo dei vertici della struttura modenese, che vede oltre 100 detenuti coinvolti in attività scolastiche o formative, 88 detenuti in attività lavorativa interna e 25 all’esterno: uno sforzo organizzativo, coerente con il rinnovato quadro normativo e con il contesto internazionale, richiesto dal Ministero.
Mentre la nomina del nuovo Provveditore regionale dovrà garantire una ripresa del confronto sindacale per il miglioramento delle condizioni di lavoro di tutti gli operatori penitenziari. Il Garante si impegnerà più in generale per avviare con il Provveditorato una verifica dello stato di attuazione dei protocolli tra Regione e amministrazione penitenziaria, affinché in particolare le persone siano detenute il più possibile vicino ai luoghi di provenienza dove hanno relazioni familiari e sociali. Infine, come ultimo punto all’Ordine del Giorno della Commissione, abbiamo sentito la relazione della dottoranda in Studi di Genere di UNIBO Josmary Santoro, riguardante il suo lavoro di ricognizione delle figure di Garanzia e tutela dei Diritti presenti in Italia, che ha svolto nel periodo di tirocinio presso l’Assemblea Legislativa.
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