(Università di Bologna) Davvero straordinario il gruppo di dottorande specialiste in Studi internazionali di Genere, coordinato dalla prof.ssa Lilla Maria Crisafulli! Giovani di alta competenza e sino in fondo consapevoli del portato culturale e sociale insito nel loro lavoro di ricerca. Ho avuto il piacere di conoscerle e apprezzarle personalmente in occasione del Seminario “Senza distinzioni di sesso”, dedicato al “sistema legislativo europeo e nazionale per la parità di genere a partire dalla legge quadro dell’Emilia-Romagna”. Prima Jessica Espinoza dell’università di Oviedo, poi Wilmarie Rosado Pérez, Valeria Morabito e Josmary Santoro dell’Alma Mater hanno comparato gli elementi più innovativi della nostra Legge per la parità – dall’applicazione strutturale del mainstreaming di genere alla cogenza delle norme per un’equa rappresentanza – con gli strumenti presenti nelle altre Regioni e Paesi europei, valutandone il valore strategico e l’efficacia.
Un lavoro che valorizzeremo insieme, grazie all’accordo stipulato tra l’Assemblea Legislativa regionale e il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Alma Mater proprio “per promuovere la conoscenza e la diffusione della Legge regionale 6/2014 e per valorizzare gli studi di genere e le competenze femminili in una dimensione europea.” La collaborazione è stata ribadita dal Direttore del Dipartimento prof. Roberto Vecchi e trova alimento nell’interesse autentico dei dottorandi/e che hanno partecipato numerosi al seminario con domande e interventi, ad esempio sul tema controverso delle “quote” di genere. Vedi al proposito il recente SERVIZIO andato in onda SU LA7 di cui ringrazio la giornalista Ambra Notari.
Un giovane ricercatore ha espresso convinzione sulla necessità di superare tutti gli stereotipi discriminanti e perplessità sulle “quote rosa”, che vengono spesso contrapposte al “merito” sino ad apparire ingiuste. E’ stata la d.ssa Espinoza a rappresentarci nella risposta: l’equa e democratica partecipazione di donne e uomini alla vita pubblica non confligge con merito e competenza della persona, restando quest’ultimo indiscusso criterio di selezione di qualunque classe dirigente. I correttivi paritari servono proprio perché ciò non avvenga, affinché le migliori esperienze e competenze siano tutte messe al servizio della società, della cultura e della politica, senza marginalizzare nessuno in base a pregiudizi e stereotipi ancora, purtroppo, profondamente radicati.
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