nidoLa legge regionale sui Servizi educativi per la prima infanzia” che abbiamo approvato a maggioranza in Assemblea, disegna un sistema integrato e diffuso di servizi 0-3 anni che ha l’obiettivo di allargare l’offerta senza abbassarne qualità e sicurezza. Il Nido d’infanzia resta al centro, con la doppia funzione formativa e di cura per i bambini, di sostegno per le donne e le famiglie. I gestori di Nidi “individuano moduli organizzativi differenziati rispetto ai tempi di apertura”. Quanto all’offerta integrativa, quattro sono le tipologie: spazio bambini, centri per bambini e famiglie, servizi domiciliari e sperimentali. Tutti i servizi potranno essere gestiti da Comuni, da altri soggetti pubblici o da privati che rispettino gli standard previsti e dovranno applicare forme di contribuzione rapportate alle condizioni economiche delle famiglie. I nidi aziendali beneficiari di finanziamenti pubblici dovranno essere aperti anche al territorio e non solo ai figli dei dipendenti.

vacciniImportante la scelta di responsabilità sociale e di tutela dei più piccoli, riguardante i vaccini: per avere accesso ai servizi di tutta la rete sarà necessario per i bimbi e le bimbe aver assolto agli obblighi di vaccinazione. Al proposito, con un ordine del giorno abbiamo impegnato la Giunta a “stanziare le risorse per realizzare in tempi brevi una efficace e capillare campagna informativa sui vaccini, rivolta a tutti i cittadini della regione e che coinvolga oltre al personale sanitario e scolastico, pediatri, ostetriche e operatori dei corsi pre-parto. Condizione dell’accreditamento è che i Servizi di nido, pubblici o privati, dispongano di un progetto pedagogico e della figura di un coordinatore pedagogico. Per gli appalti di servizi, l’aggiudicazione si baserà su criteri di qualità della proposta e non sul prezzo più basso. Disciplinati anche i servizi puramente ricreativi e occasionali (come i baby parking), per i quali è sufficiente presentare la Sia (segnalazione certificata di inizio attività), comprendente l’autocertificazione del possesso dei requisiti per la sicurezza e la salute previsti dalla legge: saranno i Comuni a vigilare sull’idoneità e corretto uso di questi servizi, che ad esempio non possono fornire pasti o tenere i bimbi per tutto il giorno. La legge prevede anche iniziative di conciliazione autonomamente attivate dalle famiglie (come elenchi di baby sitter qualificate), che non richiedono autorizzazione né requisiti, ma potranno essere sostenute dai Comuni.