milano_panorama_20ott16(Milano, 20 ottobre 2016) Nell’ambito della manifestazione “Panorama d’Italia”, che il Settimanale organizza ogni anno in una città diversa con una serie di eventi aperti al pubblico, ho partecipato al convegno «L’eccellenza nella ricerca in Italia: dal laboratorio alla cura del malato», promosso con l’Università Vita-Salute dell’Ospedale San Raffaele per focalizzare ricerca medica, bisogni e prestazioni sanitarie relative alla sclerosi multipla. Nel mio intervento ho portato l’esperienza della Regione Emilia-Romagna sui servizi sociosanitari integrati alla persona e sulle misure di sostegno ai caregiver che assistono i malati non autosufficienti, motivando anche il ruolo della ricerca e medicina di genere per l’appropriatezza della cura. Moderati dalla giornalista di Focus Margherita Fronte, hanno spiegato come si affrontano oggi queste gravi patologie degenerative varie personalità della Sanità lombarda e nazionale, tra cui Giancarlo Comi direttore di Neurologia e Letizia Leocani dell’IRCCS San Raffaele, il professor M. Alberto Battaglia della Fondazione italiana Sclerosi Multipla, nonché gli assessori al welfare e all’innovazione della Regione Lombardia.

milano_convegno_20ott16Accanto ai progressi scientifici e alle nuove frontiere della tecnologia, come la domotica, applicate alla cura della sclerosi multipla, gli interventi hanno confermato come vincente l’approccio personalizzato, anche attraverso la creazione di un “ecosistema” favorevole attorno alla persona malata e ai suoi familiari: gli esiti curativi sono infatti influenzati dalla qualità dell’assistenza e dallo stesso protagonismo del paziente, fattori che dovrebbero sempre più orientare la ricerca medica. Due i concetti che ho sottolineato: per far sì che la medicina personalizzata non sia un’utopia, occorre un forte sistema pubblico che realizzi l’integrazione sociosanitaria tra Servizi e competenze, garantendo a tutti l’accessibilità. Altro pilastro delle politiche di salute non può che essere la prevenzione, su cui la Sanità italiana dovrà investire sempre più risorse – soprattutto umane – per mantenere i propri livelli di tutela e il suo carattere di universalità.