(Bologna, 14 settembre 2016) In vista della Giornata nazionale dedicata alla informazione e formazione sulla fertilità umana, fissata dal Consiglio dei Ministri il 22 settembre, e a seguito di una campagna comunicativa del Ministero della Salute molto criticata da più parti, la Commissione Parità e Diritti delle Persone ha voluto tornare al merito e, in particolare, alle azioni promosse dalla Regione Emilia-Romagna per la salute e il benessere di donne e uomini, compreso l’obiettivo di una miglior tutela della loro fertilità. Come emerso dalla relazione svolta dalla Direzione Sanità, l’approccio culturale e sostanziale della nostra Regione è quello dell’innovazione e integrazione dei servizi, della prevenzione e appropriatezza della cura, senza mai colpevolizzare i singoli e in particolare la donna. Del resto la fertilità dipende da tanti fattori, non è semplificabile in slogan ed è una risorsa dell’intera società e, in questo senso, le istituzioni devono promuovere le condizioni affinché gli ostacoli alla procreazione vengano superati.
Le funzionarie della Sanità ci hanno fornito informazioni e dati interessanti, a partire dalle misure adottate in termini di tutela, prevenzione e promozione dei corretti stili di vita, che hanno importanti implicazioni anche sotto il profilo della fertilità di uomini e donne a patto di un approccio integrato tra diverse professionalità e servizi. Tra le iniziative, la campagne di screening contro i tumori della cervice uterina e mammari, la campagna di prevenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili che raggiunge ogni anno il 17% degli studenti in età tra i 14 e i 19 anni, quindi nell’arco dei 5 anni delle superiori quasi il totale degli studenti. Sottolineata anche l’importanza dei consultori familiari per promuovere e garantire salute. Sul tema delle interruzioni di gravidanza, ho annunciato che la Commissione, per quanto di competenza, terrà un incontro di approfondimento sui dati 2015 resi disponibili dalle Ausl. Per quanto riguarda la procreazione assistita,
nel 2015 i centri pubblici hanno assistito 3.400 coppie e somministrato 4.000 cicli di trattamento per la fecondazione in vitro omologa a cui sono seguite circa 700 gravidanze. Nei privati le coppie accolte sono state circa 2.000, somministrati 2.700 cicli ai quali hanno avuto seguito 450 gravidanze. In Emilia-Romagna ci sono sei centri pubblici (due in Romagna, 1 a Bologna e 3 in Area vasta Emilia Nord) e sette centri privati non convenzionati. L’inseminazione eterologa praticata nei due centri pubblici di Bologna e Cattolica sempre nel 2015 ha interessato una cinquantina di coppie e ha dato seguito a una quindicina di gravidanze. “Dal 2014- hanno segnalato ancora i tecnici- la Regione Emilia-Romagna ha inserito il trattamento della sterilità nei Livelli essenziali di assistenza e ha lavorato per il rafforzamento della rete assistenziale per le coppie che hanno l’esigenza di ricorrere alla procreazione assistita. A breve- hanno riferito dall’assessorato- partirà una campagna di comunicazione per la donazione dei gameti che tutti i centri sono ora pronti ad accogliere.
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