Approvato senza nessun voto contrario, ecco il primo Piano di contrasto e prevenzione della violenza sulle donne della Regione Emilia-Romagna. Ora, con le nuove misure, costruiremo una efficace rete di prevenzione sul territorio regionale. Già entro l’estate avremo le risorse per il primo bando che sosterrà i progetti territoriali di prevenzione, formazione, educazione e sensibilizzazione contro le discriminazioni di genere e le diverse forme di abuso che colpiscono migliaia di donne in regione ogni anno. Riporto di seguito IL MIO INTERVENTO IN AULA.
(Bologna, 4 maggio 2016) “L’oggetto in discussione ha un’importanza e un rilievo non solo per la materia che tratta, molto sensibile e di grande impatto sociale, ma anche per il percorso e il senso di questa approvazione. Con l’approvazione del Piano regionale contro la violenza noi andiamo ad attuare la legge n. 6 con azioni concrete, misurabili e, soprattutto, adeguate a conseguire il risultato più ambizioso, ossia quello di prevenire e contrastare la violenza contro le donne, in particolare essendo una violenza non soltanto odiosa per come la si esercita, ma diffusa e dalle cronache rappresentataci sempre nella sua forza e nella sua radicalità. Ciò che noi abbiamo sempre messo al centro delle nostre riflessioni è il tema culturale: la necessità, quindi, come Regione Emilia-Romagna, come Istituzione della Repubblica, di farci carico del nostro pezzo avanzando proposte e progettualità che possano sensibilizzare al rispetto per le differenze, al rispetto nelle relazioni simboliche di equilibro tra uomini e donne, per una società più giusta, più equa, ma anche per la salvaguardia di tanti minori che, causa la violenza assistita, sono colpiti molto più di quanto pensiamo e le cronache ci raccontino, da quello che accade.
Il Piano regionale contro la violenza rappresenta, quindi, in questo senso, un grande risultato e un grande obiettivo per il quale io ringrazio l’assessora Emma Petitti e lo staff dell’assessorato che ha seguito con grande impegno la costruzione di questo percorso, adottando un metodo − credo – vincente. La legge per la parità già aveva questa impronta, cioè un’impronta di grande coinvolgimento di tutti gli attori e le attrici che, in modo competente e qualificato, rendono servizio a questa causa così importante. Penso agli incontri sul territorio, agli incontri con le Istituzioni, con le associazioni, con le rappresentanze sociali. Tutto questo per costruire un percorso di coinvolgimento culturale e di consapevolezza vera di come affrontare questo fenomeno. Quindi, si tratta non tanto di approvare un Piano regionale contro la violenza per adempiere ad un obbligo di legge, quanto adempiere ad un obbligo di legge per radicare e strutturare davvero una rete potente di persone, uomini e donne, che su questo tema si impegnino profondamente. Il piano ha tante caratteristiche. Io vi indico quelle che mi convincono maggiormente.
La prima caratteristica è rappresentata da un ambito di prevenzione per la prima volta molto forte, non soltanto nella nostra regione, ma in Italia. Il piano comprende azioni di prevenzione, con il coinvolgimento, ovviamente, di soggetti quale l’Ufficio scolastico regionale, con l’istituzione di strumenti molto importanti; primo fra tutti, l’Osservatorio regionale contro la violenza. Come sappiamo, il primo elemento per combattere davvero un fenomeno è conoscerlo profondamente. Noi, probabilmente, non lo conosciamo come dovremmo perché i dati dei centri antiviolenza, seppur molto importanti, sono ancora parziali. Noi dobbiamo far sì che la conoscenza del fenomeno sia, da tutti i punti di vista, autentica e realistica. In questo senso, anche quello dei centri antiviolenza − seconda prospettiva del piano, cioè quella di un contrasto strutturale alla violenza di genere − è un ruolo centrale importantissimo. Si tratta di una rete di competenze e di qualità molto importanti, che credo ci supporteranno anche nella formazione di operatori e operatrici che, nell’ambito della prevenzione e del contrasto alla violenza contro le donne, sono in campo.
Questo piano è in linea con la pianificazione nazionale, i cui fondi saranno aggiunti ai fondi regionali per il finanziamento. Nel corso della discussione sulla legge di parità, qualcuno ebbe a dire, con un commento un po’ greve, che si trattava di una legge bandiera. In realtà, la Commissione che mi onoro di presiedere, insieme all’impegno di tanti colleghi e colleghe, cerca in ogni occasione di rendere concreta questa lotta alla violenza di genere, in attuazione della Convenzione di Istanbul. Il piano rende un servizio importante al mainstreaming di genere, in quanto all’interno le azioni sono molto trasversali, coinvolgono gli uomini e i servizi per uomini maltrattanti e hanno aperture innovative molto interessanti che riprendiamo dai Paesi nordici e che abbiamo già radicato e sviluppato sul nostro territorio in vari ambiti. Ne abbiamo già parlato diverse volte. In tutto questo, credo che il mainstreaming di genere abbia una caratteristica di trasversalità e di incidenza in tutti gli ambiti molto significative. Mi esprimo in questi termini perché anche il prossimo Piano sanitario dovrà considerare fortemente il tema del pronto soccorso e del codice di prevenzione con l’adeguamento delle équipe come previsto dalla legge n. 6/2014, così come tanti ambiti. Ebbene, il piano regionale evidenzia tanti elementi. Lavoreremo ancora affinché vengano assunti trasversalmente per darci una mano nello svolgimento di azioni assolutamente positive di prevenzione e contrasto misurabili, e che diano concretezza a un tema di politiche di sviluppo non più rinviabile per una convivenza civile e adeguata al tempo presente.
Grazie.
Leave A Comment