(Reggio Emilia, 6 febbraio 2016) Nella Giornata internazionale per il contrasto alle mutilazioni genitali femminili, il Comune ha presentato pubblicamente un libro importante, che racconta il progetto realizzato in questi anni per offrire prevenzione e risposte concrete, sul territorio provinciale, ad una violazione dei diritti umani che riguarda e colpisce ancora molti milioni di donne nel mondo. Tra la popolazione immigrata e residente in Italia, si stimano intorno alle 40.000 adulte mutilate e oltre mille bambine a rischio. Un problema dunque anche in Emilia, affrontato dalla Regione con l’attivazione di finanziamenti, la formazione del personale e la messa in rete di associazioni, enti locali, servizi sociosanitari ed educativi. Su invito dell’assessora Natalia Maramotti sono intervenuta in Sala del Tricolore a sottolineare l’importanza delle collaborazioni con le comunità di donne straniere, che sono sempre più organizzate, sensibili e attive sui diritti-doveri di cittadinanza.
Nel ricordare che si intende per MGF tutte le forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni, effettuate per ragioni culturali, religiose o comunque di carattere non terapeutico, è ancora necessario tenere alta l’attenzione – e l’informazione – su pratiche che restano diffuse soprattutto in Africa. Centrale nell’esperienza del Comune di Reggio Emilia, documentata dal volume “Riprendermi la libertà”, è stata l’adesione di una rete locale di servizi, coordinata dalla giornalista Faiza Mahri, che permette alle donne di essere consapevoli e tutelate nel loro diritto alla salute. Coinvolte in particolare le comunità del Burkina Faso e quella nigeriana, quest’ultima firmataria di un Patto con l’amministrazione nel 2015.
Leave A Comment