Castelnovo_Taddei_10dic15(Castelnovo di Sotto, 10 dicembre 2015) Oltre ai provvedimenti salva-banche e salva-obbligazionisti il Governo pensi a chi ha investito i propri risparmi nell’azienda dove lavorava, come hanno fatto i soci di Coopsette con quasi 10 milioni di euro: è questa in sintesi la richiesta che ho rivolto al responsabile economico del PD Filippo Taddei, in occasione di un dibattito sui temi della crisi e della ripresa. Il docente universitario ha risposto positivamente nel merito e ha detto che porterà in segreteria nazionale la proposta. Del resto il decreto salva-banche si fonda sul principio del contenimento del danno per i risparmiatori: il Governo Renzi ha giustamente pensato ai correntisti e ai dipendenti, e sta valutando un fondo per aiutare gli obbligazionisti. Fare qualcosa per chi ha investito i risparmi nella propria azienda, per creare lavoro, sarebbe un messaggio e un sostegno importante da parte di un governo di centrosinistra, rivolto a famiglie ora in difficoltà non perché hanno speculato, ma perché hanno creduto nella loro azienda.

Castelnovo_Taddei_articoloAlla serata erano presenti dipendenti e soci di Coopsette, i segretari PD e alcuni Sindaci del territorio, tra cui Maurizio Bottazzi, Marcello Moretti di Sant’Ilario e Tania Tellini di Cadelbosco. Gli amministratori stanno valutando di presentare ordini del giorno nei loro comuni per sostenere la richiesta di un salvataggio dei soci-sovventori. Il sindaco di Castelnovo Sotto ha sottolineato che dopo la concessione degli ammortizzatori sociali per un anno ai dipendenti di Coopsette (a gennaio partono anche alcuni corsi di riqualificazione finanziati dalla Regione) nei prossimi mesi occorre approntare un piano industriale adeguato, che consenta un nuovo rilancio produttivo e salvaguardi i lavoratori. Intanto lo sportello “di comunità” aperto sotto i portici di via XX settembre sta continuando a ricevere lavoratori e soci della cooperativa che chiedono chiarezza su quanto sta accadendo e sugli scenari. Filippo Taddei ha tra l’altro dichiarato che «non è in crisi il modello cooperativo ma un certo modo di fare edilizia, sia da parte delle cooperative che delle altre aziende». C’è l’impegno a rilanciare questo settore, consapevoli che molte persone saranno orientate verso altri impieghi perché il modello esistente prima della crisi non è più sostenibile.