(Reggio Emilia, 11 dicembre 2015) La Società italiana di Neurochirurgia (Sinch) ha organizzato questo interessante convegno all’Arcispedale Santa Maria Nuova, mettendo a confronto decine di esperte e professionisti/e del settore con rappresentanti sociali e delle istituzioni. Si è discusso di progressi medici e scientifici, ma anche dei problemi che vive la Sanità in questa fase di riorganizzazione, nella quale le donne, come sempre, rischiano di più in termini di tutele, carriera, riconoscimento delle loro competenze. Oggi le nostre donne neurochirurgo vantano risultati importanti riconosciuti a livello internazionale e sono già la maggioranza nelle scuole di specializzazione, eppure il tema delle pari opportunità resta irrisolto. Sono intervenuta sull’evidenza politica e professionale di questa realtà in una tavola rotonda, moderata dal dott. Reza Ghadirpour e dalla direttrice dell’ASMN Antonella Messori.
Lo stesso presidente della Sinch, Alberto Delitala, ha spiegato come le donne neurochirurgo abbiano, al di là del loro merito indiscusso, una carriera più lenta e difficoltosa dei colleghi e dunque un forte tasso di desistenza, causato da insufficienti strumenti di conciliazione e tutela della maternità. Da parte mia ho spiegato come le istituzioni possono e debbono favorire un sistema paritario in ogni ambito, creando le condizioni culturali e normative per l’emancipazione dell’intera società. Le opportunità e leve di eguaglianza contenute nella legge quadro regionale 6/2014 sono uno strumento di cui può disporre anche il settore sanitario, affinché le professioniste siano libere di raggiungere i loro obiettivi.
Bisogna far crescere una cultura di genere in ambito sanitario; ma come fare se in molte Aziende sanitarie non sono stati istituiti o non lavorano i Comitati Unici di Garanzia? Quali indirizzi, obiettivi e verifiche per i Direttori Generali su questo problema da parte della Regione?