(Forlì, 10 dicembre 2015) La vita delle donne detenute non è un argomento che suscita attenzione, neppure tra gli addetti ai lavori: per questo motivo oggi, in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’uomo, sono andata assieme alla Garante regionale delle persone private della libertà personale, alla casa circondariale di Forlì per presentare i risultati della ricerca “Detenzione al femminile – la condizione detentiva della donne nelle carceri di Piacenza, Modena, Bologna e Forlì”, promossa dall’Ufficio della Garante e realizzata dall’associazione di volontariato Con…tatto. Come ha dichiarato Desi Bruno, “le recluse sono sempre state poche, meno del 5% della intera popolazione detenuta, la loro reclusione non ha una autonomia organizzativa e vive spesso di quanto accade nel carcere maschile, dal quale riceve briciole, in termini di risorse”. Ebbene proprio perché esigua, la presenza femminile nelle carceri rischia di essere ignorata e questo rende particolarmente significative le esigenze e i bisogni espressi non solo dalle detenute, ma anche dalle operatrici e dalle altre donne che gravitano su questo mondo.
Inoltre, poiché la vita e i diritti esigibili all’interno del carcere si riflettono sulla vita che aspetta le donne fuori dal carcere, sono certa che la Ricerca voluta dalla Garante fornirà alle Istituzioni competenti spunti molto utili rispetto all’obiettivo del reinserimento sociale e alla prevenzione dei reati. Questa iniziativa, nella Giornata dei diritti dell’Uomo, ha il senso di coinvolgerci tutti a favore del rafforzamento dei diritti delle persone, in una tensione collettiva fondata sul principio costituzionale della rieducazione della pena. Oggetto della ricerca, che abbiamo presentato con la direttrice del carcere Palma Mercurio ed esponenti dell’associazionismo tra cui l’autrice Lisa di Paolo, è la condizione di detenzione delle donne negli Istituti dell’Emilia-Romagna, al fine di conoscere le modalità di organizzazione delle sezioni femminili, le attività, il rapporto con gli operatori, le opportunità di incontro con familiari e figli, le difficoltà di convivenza. Rilevate sia le variabili di tipo oggettivo – numero, nazionalità, tipologia di reato – che soggettivo: adattamento all’ambiente, sostegno e attività dedicate. Paola Cigarini, della Conferenza regionale del volontariato, ha poi presentato tutte le attività realizzate nelle altre carceri in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’uomo.
“È proprio nella progettualità per un carcere diverso che si deve partire dall’uso del tempo della pena in funzione di costruzione di opportunità- sostiene la Garante-. E si potrebbe partire dalle donne detenute, riconoscendo alle stesse una diversa capacità di relazione e di cura, nella consapevolezza che lavorare per i diritti nei luoghi di privazione della libertà personale trova un limite insuperabile nella esigibilità degli stessi in quel contesto, la soggettività delle recluse appare come una opportunità da cogliere, e non da accantonare, incentivando capacità, occasioni, riflessioni, cambiamenti: questa ricerca- conclude la figura di Garanzia dell’Assemblea legislativa – vuole essere un significativo contributo.”
La ricerca è scaricabile a questo indirizzo: http://www.assemblea.emr.it/garanti/attivita-e-servizi/detenuti/attivita/promozione/progetti/ricerca-azione-sulla-detenzione-al-femminile-1/ricerca-azione-sulla-detenzione-al-femminile.
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