(Bologna, 9 dicembre 2015) In Commissione “Parità e Diritti delle Persone” abbiamo trattato due oggetti decisivi per le politiche dei prossimi mesi: il Bilancio di previsione 2016 con i collegati finanziari della Regione, e il Piano regionale contro la violenza di genere. Ha partecipato l’assessora al bilancio e pari opportunità Emma Petitti, che ha illustrato le misure di competenza per attuare la legge quadro 6/2014. Da sottolineare, oltre alla conferma dei trasferimenti statali ai Centri antiviolenza (1,2 milioni), un apposito nuovo capitolo di Bilancio con un primo stanziamento regionale di 200mila euro per sostenere iniziative di Enti locali e associazioni di promozione sociale: il relativo bando pubblico si collocherà tra l’altro nel 70° anniversario del voto alle donne. Lavoreremo in collaborazione con la Giunta per implementare le risorse in attuazione della legge, recependo le progettualità territoriali.
Il Piano di contrasto alla violenza che ci è stato illustrato (il testo definitivo sarà presentato a gennaio), prevede 4 aree di intervento: “Prevenzione del fenomeno della violenza maschile contro le donne”, “protezione e sostegno verso l’autonomia delle donne inserite in percorsi di uscita dalla violenza”, “trattamento per gli uomini autori di violenza” e “azioni di sistema per dare attuazione agli interventi”. Introdotti, sempre sulla base della legge 6, gli obiettivi di rafforzamento e sviluppo del sistema di prevenzione, anche attraverso “l’integrazione dei servizi pubblici tra loro e con i centri antiviolenza” e una valutazione dedicata. Ho sottolineato come il Piano nel suo impianto complessivo ci convinca, in particolare l’aspetto sulla prevenzione, anche culturale, che esclude qualunque “categorizzazione” delle donne. Il coinvolgimento di chi opera dal basso è importante in quanto risponde ad una esigenza concreta: ogni decisione pubblica deve rispettare l’autodeterminazione femminile e le procedure non possono mai prescindere da chi ha subito violenza.
Per quanto dunque riguarda la prevenzione della violenza di genere, le azioni previste dal Piano riguardano la comunicazione, l’educazione, la formazione continua e la rilevazione del fenomeno nel mondo del lavoro e sono da attuarsi attraverso strumenti come protocolli, a partire da quello per un linguaggio di genere, campagna ed eventi, ricerche e bilanci di genere. Per la protezione, il Piano andrà a definire servizi, procedure e modalità di intervento per azioni di valutazione del rischio, ospitalità, inclusione sociale, presa in carico degli uomini autori di violenza e protezione legale. Tra le azioni di sistema in programma, Petitti ha anticipato la creazione dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, un elenco regionale dei Centri antiviolenza e una rete di Coordinamento dei centri antiviolenza della Regione. Al termine dei tre anni di prima attuazione del Piano, ha concluso l’assessore, ci sarà “la presenza sul territorio regionale di strutture di accoglienza di emergenza almeno in ogni provincia”, “il consolidamento della formazione dei professionisti della rete”, “la prevenzione mirata a gruppi di donne a rischio”, il “monitoraggio dell’utilizzo delle risorse nazionali” e, infine, “la definizione dei programmi di intervento rivolti agli autori di comportamenti violenti”.
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