(Bologna, 26 maggio 2015) Numerosi gli interventi in Aula nel corso della discussione del progetto di legge “Diritti di cittadinanza e politiche di coesione globale tramite la valorizzazione delle relazioni tra gli emiliano-romagnoli nel mondo”, infine approvato col voto compatto della maggioranza e il no di Lega e 5Stelle. Il testo definitivo sarà presto disponibile a questo link dell’Assemblea legislativa. Mi fa piacere sottolineare che abbiamo deliberato la riforma nel giorno in cui, con l’inaugurazione di una mostra fotografica, la nostra Regione ha celebrato i 45 anni dalla sua nascita. Un bel giorno dunque, dove l’unico neo è stato il comportamento delle minoranze in Aula che, senza mai entrare nel merito, si sono espresse per l’abrogazione della Consulta considerata solo un costo: segno evidente di strumentalità politica, ricerca di facile consenso, sostanziale disprezzo per le nostre Comunità di corregionali all’estero.
Con questa riforma, al contrario, noi abbiamo scelto di ridurre i costi e la dimensione della Consulta e al tempo stesso dare la massima dignità istituzionale ad un impegno di promozione irrinunciabile, mettendo in valore i rapporti affettivi e gli scambi culturali ed economici costruiti in decenni di lavoro, offrendo ai giovani opportunità all’estero in una rete di protezione. La consapevolezza di aver varato una buona legge mi viene dall’esperienza di componente della Consulta uscente e di ex Sindaca che, solo grazie a questo investimento politico della Regione Emilia-Romagna, è riuscita a ricomporre un quadro di sostegno solidale durante la grave crisi argentina per i nostri corregionali lì residenti e, successivamente, una collaborazione proficua in termini di ricostruzione delle esperienze migratorie della Bassa reggiana con lo storico Antonio Canovi.
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