Parma_mafia_4mag15(Parma, 4 maggio 2015) Il progetto dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna conCittadini conLegalità, ha fatto tappa a Parma con l’adesione del Comune in rete con le Scuole del territorio. Attraverso una serie di incontri gli studenti, in collaborazione con l’Associazione Libera, approfondiscono la conoscenza della criminalità organizzata nella nostra regione e del ruolo delle donne dentro e contro la mafia, al fine di sviluppare la cultura dei diritti/doveri, i concetti di responsabilità individuale e collettiva, l’etica e i valori ai quali ispirare i comportamenti. Questo il senso del partecipatissimo incontro a cui sono intervenuta, dal titolo “Mafie e antimafie: lo sguardo delle donne”, riflessione coinvolgente grazie alla testimonianza diretta di protagoniste che hanno subìto la violenza mafiosa e lavorano sui beni confiscati.

Parma_mafiaok_4mag15Di grande potenza la storia raccontata da Francesca Bommarito, sorella del carabiniere Giuseppe Bommarito, crivellato dai colpi della mafia a Palermo il 13 giugno 1983, che da molti anni promuove la lotta contro tutte le mafie e ha fondato un’Associazione intitolata al fratello. Significativa ed emblematica l’esperienza narrata dall’ing. Gisella Mammo Zagarella, oggi amministratrice delegata della Cooperativa Calcestruzzi Ericina Libera, azienda confiscata alla mafia del trapanese nel 2000 e ricostituita per dare lavoro in piena legalità. Nel mio intervento ho richiamato tutte le leggi regionali sulla legalità che abbiamo approvato dal 2010 (nel settore delle costruzioni, sulla prevenzione alle infiltrazioni mafiose e sul facchinaggio e autotrasporti). Ho ricordato la battaglia da noi condotta per l’apertura della sede antimafia Dia a Bologna, presidio indispensabile a contrastare un fenomeno così complesso e capillare. Non ultimo, ho richiamato la legge quadro per la parità per dire che l’emancipazione femminile può aiutare concretamente a debellare le mafie dall’interno, spezzando la sottomissione, la connivenza, la complicità delle donne cresciute in una cultura maschilista e violenta. La mafia è un cancro che uccide il futuro della società e delle giovani generazioni, ma istituzioni e associazioni unite possono sconfiggerlo.