sedeAssemblea(COMUNICATO Bologna, 29 aprile 2015) Le consigliere di parità dell’Emilia-Romagna hanno trattato solo nel 2014 più di 250 casi, ma “a causa del taglio dei finanziamenti siamo impossibilitate anche solo a depositare un ricorso perché pur con il patrocinio legale volontario non sosteniamo i costi amministrativi dell’azione in giudizio, nonostante per noi si tratti di un obbligo di legge”. A lanciare l’allarme è Rosa Amorevole, Consigliera regionale di Parità per l’Emilia-Romagna, che questa mattina è stata ascoltata in audizione dalla commissione Parità e diritti delle persone presieduta da Roberta Mori, impegnata in un “focus sulla discriminazione femminile in vista del Primo maggio”.

discriminazioneDato che la rilevazione di discriminazione rappresenta condizione invalidante per il licenziamento, il mancato finanziamento delle attività delle consigliere di parità porta con sé gravi rischi, compresa la mancata applicazione di quanto previsto dalla direttiva europea in materia. Bisogna “valorizzare la collaborazione storica tra l’ente e le consigliere di parità contro la discriminazione sul lavoro– interviene la presidente Mori-, per questo ritengo opportuno in collaborazione con l’assessorato regionale, lavorare su un protocollo di intesa con il Ministero competente per coordinare gli interventi e dare più efficacia a ciò che conta davvero: il servizio di tutela dei lavoratori e lavoratrici.” Nel 2014 Amorevole, in qualità di consigliera regionale, si è occupata di 60 casi per 1299 contatti complessivi; a livello provinciale si è rivelata la più attiva la consigliera di Modena, che ha preso in carico 40 casi in un totale di 60 contatti, mentre quella di Ferrara è la consigliera che ha registrato più contatti, ben 170, a fronte di 24 casi. A Reggio Emilia si contano 38 casi per 108 contatti complessivi,

a Bologna 27 casi e 77 contatti, a Forlì-Cesena 37 e 107, a Ravenna 18 e 38, a Rimini 22 e 42. Non sono ancora disponibili i dati relativi a Parma, mentre non risultano casi presi in carico a Piacenza. Lo scorso anno, riferisce Amorevole, complessivamente le Direzioni territoriali del lavoro hanno esaminato 3.052 richieste di convalida delle dimissioni di lavoratrici madri o lavoratori padri, di cui 6 non approvate. Sempre nel 2014 la Consigliera di parità regionale ha verificato 194 determine di nomina di commissioni di concorso, relativi a oltre 331 posizioni di bando, di cui 47 dirigenziali.