(Bologna, 29 aprile 2015) Nell’ambito del focus sulla discriminazione femminile in vista del Primo maggio, la Commissione Parità ha sentito l’assessore al Lavoro Patrizio Bianchi, insieme ai tecnici della Giunta. In Emilia-Romagna una donna guadagna rispetto a un uomo oltre 4.000 euro all’anno in meno tra i lavoratori dipendenti (20.211 euro lo stipendio standard per gli uomini contro i 15.978 delle donne) e il divario aumenta tra gli autonomi, tipologia dove le entrate maschili salgono a 21.001 euro e quelle femminili scendono a 13.831. Il tutto mentre lavora meno di una ragazza su tre, quando invece il tasso di occupazione giovanile femminile era vicino al 50% nel 2008, tanto che si registra un calo di 7.000 unità tra le donne occupate.
Nel quadro dei diversi effetti che la crisi ha avuto sul mondo del lavoro e in particolare sulle donne, colpisce soprattutto il degrado della qualità del lavoro di fronte all’emergenza economica, che spesso spinge ad accettare qualsiasi offerta. In un momento così delicato non esiste una soluzione unica, servono strumenti trasversali come quelli che promuove la legge quadro regionale per la parità di genere del 2014. Obiettivo della nostra Commissione sarà attuare le misure previste nella normativa e utilizzare il Patto per il lavoro di prossima sottoscrizione per rilanciare la parità occupazionale e retributiva. “Come Giunta regionale siamo intervenuti per favorire l’occupazione femminile sia attraverso i voucher per le politiche conciliative, per cui abbiamo stanziato 3 milioni di euro- rivendica Bianchi-, sia con gli incentivi per l’assunzione dei giovani sotto i 35 anni, grazie a un bonus del 20% per chi dava lavoro a una giovane”. Ecco infine altri numeri di dettaglio.
Le donne occupate sono in complesso 847.000, 7.000 in meno del 2008, con un tasso specifico per le classe d’età 20-64 anni pari al 63%, 2,8 punti percentuali in meno del 2008. Il tasso di occupazione si contrae in modo più intenso tra le giovani (è al 30,6%, -14,3 punti percentuali) mentre cresce molto tra le ultra 55enni (il 45,6% lavora a fronte del 29,9% del 2008) a seguito delle riforme previdenziali che hanno posticipato l’età della pensione. Le donne alla ricerca di lavoro sono complessivamente 89.000, pari al 9,5%, quasi la stessa percentuale rilevata nei dodici mesi precedenti (9,6%). Le giovani sono le più colpite dalla mancanza di opportunità professionali (26,3%) con il tasso di disoccupazione specifico cresciuto rispetto al 2013 (23,5%).
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