Otello(Modena, 17 gennaio 2015) Nella sala gremita del Ridotto del Teatro Storchi si è svolta la conversazione sull’Atto unico “Otello”, alla presenza di Luigi Lo Cascio, interprete di Iago, autore e regista di questa versione del dramma shakeasperiano, Vincenzo Pirrotta/Otello, Giovanni Calcagno/soldato e la sottoscritta quale ospite istituzionale. L’incontro era previsto nell’ambito del ciclo “Conversando di Teatro”, promosso da Emilia Romagna Teatro e l’associazione Amici dei Teatri modenesi, che prosegue per tutta la stagione con dialoghi di approfondimento tra il pubblico e le compagnie in scena, che invitano di volta in volta una personalità in grado di portare un contributo sul tema dello spettacolo. Nell’occasione e con la conduzione di Giulio Costa, ho testimoniato e raccontato l’impegno della Regione e delle istituzioni locali sul tema della violenza di genere. Sì, perché il punto di vista messo in scena dalla riduzione di Lo Cascio conduce verso una precisa interpretazione, quella per cui Otello compie il suo atto scellerato non per motivi che derivano dal colore della sua pelle e dalla sua condizione di straniero, ma sulla base di un’altra differenza fondamentale che talvolta, invece di generare un incontro tutto da costruire in virtù del desiderio, spalanca un varco da cui può irrompere un odio smisurato.

Mori_LoCascio_17gen15È la differenza tra uomo e donna, insomma, ad essere sottesa al dramma nel testo di Lo Cascio ed è proprio la forza del dialetto siciliano in endecasillabi e settenari dei protagonisti maschi contrapposto all’italiano di Desdemona “la guerriera”, a rimarcare la differenza tra i generi e lo stereotipo dell’amore puro incarnato da una donna “indegna”. Risulta impressionante come in pochi versi una passione profonda si trasformi in un odio senza fine che può trovare pace solo nella morte di lei. Eppure sono innumerevoli e purtroppo attuali le dinamiche tra uomo e donna che sfociano nella violenza, trovando ancora oggi terreno fertile nella mentalità e nella cultura prevalente. Una lettura motivata dallo stesso Luigi Lo Cascio, che durante la conversazione ha trattato con grande garbo questi “temi delicati”, spiegando anche la sua interpretazione di Iago in chiave non tanto di diabolico fautore di una violenza altrimenti assente, quanto di miccia di un fuoco già radicato nell’animo di Otello. L’essenza di questa versione dell’Otello di Shakespeare in chiave contemporanea non può lasciare indifferenti e personalmente sono orgogliosa che sia una coproduzione del Teatro Stabile di Catania e della Fondazione Emilia-Romagna Teatro.