(Reggio Emilia, 14 novembre 2014) Anche il nostro ex segretario Pierluigi Bersani ha lanciato un appello al voto e alla partecipazione democratica il 23 novembre, un appuntamento elettorale importante che rischia di passare in secondo piano per una serie di motivi: si vota solo in Calabria e in Emilia-Romagna e dunque ne parlano soltanto gli organi di informazione locali, gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sulle spese del consiglio regionale monopolizzano il dibattito pubblico, non siamo riusciti ad agganciare le proposte per il governo regionale agli enormi problemi che stanno vivendo tanti nostri concittadini in questo periodo. Eppure il legame c’è ed è strettissimo, perché come dice Bersani «L’Italia ha bisogno che l’Emilia continui a funzionare e continui ad essere la “sala macchine” per la concretezza del riformismo che è sempre stata; partecipare al voto è indispensabile per mettere in campo una nuova classe dirigente capace».
Nelle sue visite reggiane, compreso l’incontro al mio comitato elettorale di via Marsala e quello con i giovani al Teatro Piccolo Orologio, Bersani ha messo l’accento sulle nuove generazioni che dovranno portare avanti e alimentare la fiaccola del buon governo emiliano, con le innovazioni continue che tale obiettivo richiede, con la consapevolezza dei primati da mantenere. La Sanità, prima di tutto, dove siamo i migliori nel Paese perché davanti alla salute non facciamo distinzioni tra ricchi e poveri, perché l’universalità di servizi sociosanitari di qualità è un modo concreto per affermare che qui non ci sono padroni e nessuno è lasciato solo. Sono molte altre le sfide della Regione che uscirà dalle urne, dalla sicurezza del territorio al riordino istituzionale, dalla formazione allo sviluppo dell’imprenditorialità e di nuovi lavori duraturi, tutti ambiti dove chi siederà a Bologna potrà incidere in modo concreto. Assieme agli altri candidati del PD sto cercando ogni occasione per coinvolgere e sollecitare al voto, per far sì che la comprensibile disaffezione degli elettori e delle elettrici non si traduca in una sconfitta della democrazia.
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