(Bologna, 1 ottobre 2014) L’anno scorso il Comune di Bologna, nell’ambito di un articolato sistema di azioni di contrasto alle discriminazioni, ha svolto un’indagine rivolta a tutto il personale dell’ente per rilevare l’eventuale presenza e il grado di pregiudizio di genere e di omofobia. I risultati sono stati presentati nel convegno “Omofobia e sessismo sul luogo di lavoro”, occasione utile per analizzare i retaggi culturali che inducono (anche inconsapevolmente) a linguaggi e comportamenti discriminatori e per riflettere sul ruolo della pubblica amministrazione in quanto datore di lavoro, autore ed attuatore di politiche pubbliche, modello per la collettività e le aziende private.
Dal Sindaco Virginio Merola all’assessora per la scuola e il personale Marilena Pillati, dagli esperti del Dipartimento di Psicologia dell’Alma Mater ai responsabili di politiche paritarie invitati a portare le loro esperienze, è stato unanime l’accento sulla responsabilità delle Istituzioni nel determinare condizioni di uguaglianza formale e sostanziale ben oltre l’ambiente lavorativo pubblico. Proprio per evidenziare questo aspetto sono stata invitata a parlare della legge quadro regionale n.6, della sua valenza culturale e del modo concreto con cui responsabilizza tutte le amministrazioni pubbliche locali attorno all’obiettivo sociale antidiscriminatorio vale a dire per costruire una comunità che, rispettando tutte le differenze, diventa più forte, coesa e dinamica.
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