(Bologna, 5 settembre 2014) Nello stand Libreria della Festa Nazionale, ho partecipato prima all’esecutivo regionale e poi a quello nazionale della Conferenza delle Donne Democratiche. Nella prima parte, coordinate da Lucia Bongarzone, abbiamo fatto il punto sugli obiettivi raggiunti, in particolare la mobilitazione che ha contribuito al merito e all’approvazione della legge quadro regionale per la parità. Dopo averne descritto i tratti essenziali ho condiviso la consapevolezza che essa costituisce la piattaforma valoriale e programmatica da consegnare al candidato alla presidenza della Regione, per una piena attuazione. In tal senso si è deciso di predisporre un documento/manifesto su cui impegnare tutti/e i/le candidate in Regione, affinché la democrazia paritaria non rimanga solo una enunciazione di principi bensì un terreno concreto di investimento nell’equità sociale.
Alla presenza di Debora Serracchiani e della coordinatrice Roberta Agostini, l’esecutivo nazionale della Conferenza ha sollecitato il Partito affinché entri davvero nel campo della parità. Se le nomine femminili in ruoli prestigiosi sono state un primo passo di grande impatto mediatico e quindi -speriamo- culturale, l’assenza di punti di riferimento nazionali che operativamente e in concreto perseguano gli obiettivi di prevenzione e contrasto alla violenza, piuttosto che l’attuazione di piani trasversali di lotta alle discriminazioni di genere, ci ha portato a chiedere formalmente al Segretario Renzi di colmare tale lacuna. Alcuni passaggi, compresa la partecipazione della coordinatrice nazionale nella segreteria di partito, daranno sostanza alle parole e ad una effettiva assunzione di responsabilità. La vice Segretaria Debora Serracchiani ha garantito che la funzione della Conferenza delle Donne Democratiche, tra l’altro prevista dallo statuto, non è in discussione: si tratta di farla agire al meglio per stimolare l’intero partito a vincere la sfida del cambiamento.
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