(23 luglio 2014) Sopra ogni altra cosa viene l’Istituzione, la comunità per cui si lavora, l’onestà con cui si agisce. Posso riassumere così il discorso pronunciato in Aula dal presidente Vasco Errani, davanti a noi consiglieri e alla presenza, fra il pubblico, di molti rappresentanti degli enti locali e di categorie sociali. Con le sue dimissioni, firmate oggi, si chiude un’esperienza di governo regionale importante per l’Emilia-Romagna e per il Paese. Si chiude in anticipo anche una legislatura difficile, segnata dalla crisi e da calamità quali il sisma del 2012, affrontate con la volontà di guidare i profondi cambiamenti in atto verso una società più equa e più solida. I limiti, e al tempo stesso la convinzione di avercela messa tutta che Errani ha rivendicato, riguardano tutti noi rappresentanti del Partito Democratico e della maggioranza politica che dal 2010 cerca di contribuire alla cosa pubblica, al bene comune sui territori, facendo fino in fondo la propria parte.

epilogoL’ipotesi al momento accreditata è che andremo al voto a metà novembre. Sino ad allora la Regione e l’Assemblea legislativa svolgeranno la c.d. amministrazione ordinaria. La comunità emiliano-romagnola può contare su norme, programmi e iniziative che in questi anni (e fino agli ultimi atti approvati) hanno messo in sicurezza il welfare, le prospettive di crescita e di nuova occupazione. La ricostruzione post-terremoto prosegue senza interruzioni sul solco di decisioni e risorse già fissate, di un lavoro di squadra con i Sindaci, le imprese, i tecnici, che consentiranno al prossimo Commissario di completarla. L’Emilia-Romagna andrà al voto anche con una nuova legge elettorale che introduce la doppia preferenza di genere e adegua la normativa regionale ai principi costituzionali a garanzia della democrazia paritaria. L’Emilia è una grande regione, che ha tutte le potenzialità e qualità per diventare migliore. Ringrazio Vasco Errani per aver citato la legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere tra gli esempi positivi del nostro contributo allo sviluppo e all’innovazione attraverso i diritti. E questo non è solo che l’inizio di un nuovo orizzonte di cambiamento e innovazione da perseguire e realizzare, forti di quanto è stato e ancora di più di quanto sarà.