(Bologna, 9 aprile 2014) Organizzato dall’assessorato alla Sanità della Regione, si è tenuto il convegno formativo “Migranti e salute: le risorse della comunità” che, a partire da due sperimentazioni di successo per la prevenzione degli incidenti domestici, ha messo in evidenza quanto e come l’utilizzo di strategie trasversali nella progettazione degli interventi e l’attivazione delle stesse comunità migranti siano fondamentali fattori di efficacia. Vi ho partecipato valorizzando l’ottica “di genere” che sottende alle politiche della Regione più avanzate, dal momento che il ruolo della donna risulta sul campo determinante, per ogni tipo di integrazione si voglia promuovere e per ogni tipo di prevenzione si debba perseguire. Ed è proprio a sostegno delle pratiche migliori avviate dalle istituzioni con la rete regionale di associazioni, centri interculturali ed agenzie educative, che interviene la nostra proposta di legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere.
Se occuparsi delle politiche di prevenzione ha di per sé un valore assoluto, affrontare il tema della prevenzione degli incidenti domestici restituisce lo spaccato veritiero di un fenomeno sottovalutato, ma che incide sul sistema sanitario pubblico in modo significativo (600mila incidenti domestici rispetto a 130mila incidenti sul lavoro e 22mila incidenti stradali). In questo quadro i migranti sono più a rischio, a causa di oggettivi svantaggi socio-economici e culturali che l’azione congiunta di istituzioni e rete sociale integrata vuole rimuovere, in forza del principio di uguaglianza nel diritto alla salute e al benessere. L’approvazione lo scorso 2 aprile in Assemblea del Programma triennale 2014-2016 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri ha riaffermato un dato di fatto e un auspicio: il dato di fatto è che con 547.552 cittadini non italiani di cui il 20% europei siamo già una comunità multiculturale, l’auspicio è di poter diventare davvero una comunità dove l’interazione e lo scambio siano cifra e qualità della convivenza civile.
Leave A Comment