caregiving(Bologna, 25 marzo 2014) Nell’alveo di un impegno della Regione, sul sociale e sui servizi alla persona, che sta crescendo in termini di innovazione e di risorse (52 milioni sulla programmazione 2014, + 24% ai Comuni rispetto al 2013), segnalo l’approvazione in Assemblea di una legge sui c.d. caregiver familiari. Presentata dalla collega PD Paola Marani, la normativa si occupa per la prima volta di persone “invisibili” eppure fondamentali nel nostro welfare: coloro che si prendono cura quotidianamente di un proprio caro, parente o amico, non autosufficiente. Parliamo di circa 289.000 persone in Emilia-Romagna, di cui il 55% sono donne e 13.000 tra loro sono giovanissime, tra i 15 e i 24 anni. Il 12,5% delle donne e l’8% degli uomini caregiver assistono disabili adulti.

esternoassembleaInoltre ben 150.000 caregiver assistono più di una persona, il più delle volte bambini e anziani. E’ un carico molto pesante, sotto i profili psicologico, relazionale, lavorativo ed economico; nonostante le (parziali) tutele di legge, quasi sempre le entrate diminuiscono in modo proporzionale alla riduzione dell’orario di lavoro cui sono costretti dall’onere di cura familiare. La legge regionale appena approvata intende alleggerire questo onere e riconosce il caregiver come parte integrante del sistema dei servizi, dandogli la possibilità di collaborare alla definizione del Piano assistenziale per il proprio malato. Apre le porte a percorsi di formazione e anche al riconoscimento, una volta terminato il periodo di cura, di crediti validi per ottenere la qualifica di operatore socio-sanitario, facilitando così il rientro nel mondo del lavoro (quando difficile o addirittura precluso da una lunga assenza). Al fine di una maggiore flessibilità lavorativa per chi assiste un familiare malato, la legge prevede anche la possibilità per la Regione di stipulare accordi con le associazioni imprenditoriali, nonché con le compagnie assicurative contro gli infortuni durante l’attività di assistenza. Le Ausl possono dare un sostegno diretto, fornendo gli ausili di cura necessari, aiuto psicologico e l’eventuale domiciliarizzazione delle visite specialistiche.