(Bologna, 5 febbraio 2014) L’Associazione Medicina Europea di Genere (MEG) è impegnata a promuovere la cultura della salute e a garantirne il diritto, con pari opportunità, alle donne. Su invito della presidente Patrizia Stefani ho partecipato ad una iniziativa pubblica molto qualificata, dove dirigenti ministeriali, di Asl e professionisti sanitari hanno spiegato cosa significa appropriatezza delle cure e come l’ottica di genere incida sul benessere di ciascuno.
L’attenzione per la medicina di genere sta aumentando, in proporzione alle evidenze scientifiche di una differenza sostanziale di impatto ed efficacia dello stesso trattamento sanitario su donne e uomini. Dalle diversità, non solo biologiche, discende la necessità di una ricerca farmacologica e medica declinata sul genere e di una Sanità pubblica e privata che traduca questo approccio nella pratica assistenziale.
Ne abbiamo parlato anche a Imola lo scorso 30 gennaio, nel convegno “Medicina di genere: il valore della differenza” organizzato dalle associazioni Perledonne e Professione Medica e Sanità, presiedute rispettivamente da Maria Rosa Franzoni e Danilo Pasotti. Dalle competenze mediche presenti è emersa con chiarezza la stessa esigenza, valida anche sul versante psicologico e psichiatrico. La proposta di legge quadro della Commissione Parità conterrà dunque – nel titolo dedicato alla salute femminile – precise indicazioni, tra cui: la promozione di percorsi di ricerca, prevenzione, diagnosi, cura farmacologica e riabilitazione orientate all’equità di genere, la relativa formazione permanente del personale sanitario, campagne di comunicazione e informazione pubblica, l’inserimento della medicina di genere nel Piano Sociale e Sanitario Regionale con obiettivi, monitorabili, di appropriatezza della prestazione nel rispetto delle differenze.
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