FestaBologna3_13set13(Bologna, 13 settembre 2013) La Tenda centrale della Festa de l’Unità di Bologna ha visto protagoniste donne che fanno squadra, dentro e fuori le Istituzioni, in un dibattito di qualità e grande concretezza sul dramma sociale della violenza. Dopo la toccante performance di Margherita Ferioli nel celebre monologo Lo Stupro di Franca Rame, abbiamo parlato delle priorità per “Contrastare la violenza di genere alle radici”, incalzate dalle domande della brava giornalista Roberta Serdoz. Sul piatto, luci e ombre del Decreto sicurezza attualmente all’esame della Camera per la conversione in legge.

 

La vice-ministra del Lavoro, politiche sociali e Pari opportunità, Maria Cecilia Guerra, ha rappresentato tutto l’impegno, suo personale e del Governo, per varare al più presto le nuove norme repressive e quelle di tutela (anche legale gratuita) delle donne che subiscono violenza. Dopo aver depositato in sede europea la ratifica dell’Italia della Convenzione di Istanbul, la Guerra si muove per raggiungere due obiettivi: rendere efficace il nuovo sistema sanzionatorio e far sì che il Piano straordinario di contrasto alla violenza di genere, che ha voluto inserire nel Decreto, venga finanziato adeguatamente, così da sostenere la rete dei centri antiviolenza e gli interventi di prevenzione al fenomeno.

 

FestaBologna_13set13E proprio sulla prevenzione si sono concentrati il mio intervento e i contributi della referente per la Casa delle Donne di Bologna, Angela Romanin e della Senatrice PD Francesca Puglisi, a evidenziare i diversi aspetti – anche psicologici ed economici – della violenza domestica, la complessità culturale di un fenomeno che ha portato ad almeno 90 femminicidi nel 2013 a fronte di una percentuale di denunce di maltrattamenti che mai raggiunge il 10% della stima reale. Nessuno nega l’assunzione di responsabilità del Governo con questo decreto, nessuno altresì può pensare che basti inasprire le pene. Va riscritto un “alfabeto delle relazioni” uomo-donna nelle scuole, vanno formati tutti gli operatori che entrano in contatto con le donne in difficoltà, vanno promossi incentivi al lavoro e all’occupazione femminile quale condizione di autonomia, vanno estese le esperienze di trattamento degli uomini maltrattanti; vanno anche promossi strumenti amministrativi e servizi pubblici che a livello locale, in ogni territorio del Paese, facciano sentire le donne meno sole di fronte a drammi personali già di per sé intollerabili. Parte di questa strategia è un Osservatorio nazionale che finalmente monitori e fornisca i dati corretti sulla violenza alle donne.