(Reggio Emilia, 23-25 agosto 2013) Ha preso avvio al Campovolo la Festa provinciale del PD, che anche quest’anno – fino al 15 settembre – offre innumerevoli occasioni di incontro e approfondimento sull’attualità non solo politica. Consapevole e simbolica la scelta di aprire il programma dei dibattiti con la presentazione del libro “Femminicidio: l’antico volto del dominio maschile” curato da Giuliana Lusuardi, a cui ho partecipato assieme a Ethel Carri e Carmen Marini di Nondasola, alla senatrice Mariangela Bastico e a Tania Tellini della conferenza permanente Donne Democratiche di Reggio.
Nel volume diverse voci autorevoli collocano il fenomeno della violenza alle donne in una dimensione storica per cercare poi le soluzioni che, oggi, possono debellarlo. Ci riusciremo senz’altro a due condizioni: superando prima di tutto quel senso di impotenza che sembra pervadere la nostra società in ogni ambito, riappropriandoci cioè della concretezza di un impegno collettivo; e riconoscendo come necessario un intervento culturale profondo che veda, nelle istituzioni come nei vari contesti sociali, uomini e donne agire insieme per rafforzare i diritti, le opportunità, le libertà femminili. Positiva dunque, ma “con riserva”, la valutazione del recente decreto governativo che inasprisce l’azione inquirente e giudiziaria sui casi di violenza, dal momento che affronta il fenomeno sul versante di una più incisiva repressione e deterrenza, ma non tratta a sufficienza l’enorme capitolo della prevenzione. Per questo riteniamo necessario che il Parlamento si affretti a integrare il testo di legge con norme puntuali sul ruolo dei centri antiviolenza, degli operatori socio-sanitari, delle scuole e agenzie educative, dei professionisti della comunicazione e della cultura in senso lato.
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