(Bologna, 30 luglio 2013) L’accordo era stato preso lo scorso 3 luglio, in occasione dell’incontro bolognese tra il coordinamento nazionale degli organismi di pari opportunità regionali e i presidenti Costi ed Errani. Oggi ho inviato al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani e al presidente della Conferenza delle assemblee legislative regionali Eros Brega un documento di indirizzo che chiede “l’attivazione di una relazione e collaborazione permanente, anche mediante una specifica intesa”, a sancire l’”impegno istituzionale congiunto su temi e proposte di lavoro per la parità di genere, le pari opportunità e contro le discriminazioni”.
Il documento evidenzia come, anche a livello delle Regioni, mancano strumenti concreti per progredire su questo tema che è strategico non solo per l’avanzamento dei diritti e della società, quanto per la maturazione di una democrazia compiuta: gli organismi di pari opportunità, pur incardinati nelle istituzioni o a livello di giunta o di assemblea, non hanno caratteristiche uniformi né poteri sufficienti per incidere con le loro proposte sulle politiche regionali. Da qui l’iniziativa, che ha già incassato l’impegno di entrambi i presidenti delle Conferenze di inserire il documento all’ordine del giorno di una prossima seduta. I temi che sottoponiamo alle Regioni italiane vanno dalla prevenzione e contrasto alla violenza di genere mediante l’approvazione di leggi o piani regionali, alla promozione di politiche attive per il lavoro femminile e misure di conciliazione, ma un punto centrale da cui partire è quello di una maggiore rappresentanza femminile nelle istituzioni, vale a dire il recepimento della legge sulla composizione dei CdA e nuove norme elettorali (ex legge 215/2012) in tutte le Regioni con gli adeguati correttivi di genere. LEGGI IL DOCUMENTO DI INDIRIZZOLa Conferenza degli organismi di Pari Opportunità regionali istituita il 22 gennaio 2008
premesso che
§ La promozione della parità tra donne e uomini rientra tra i principi informatori dell’ordinamento giuridico ed istituzionale italiano, di cui le Regioni costituiscono il livello di legislazione e di governo più prossimo a garanzia della rimozione degli ostacoli che impediscono la realizzazione dell’uguaglianza sostanziale;
§ E’ compito delle Regioni promuovere con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini, così come sancito dall’Articolo 51 della Costituzione Italiana;
§ anche nello sviluppo delle democrazie locali, mancano strumenti concreti per progredire su questo tema strategico non solo per l’avanzamento dei diritti e della società, quanto per la maturazione di una democrazia compiuta;
considerato che
I temi e le proposte afferenti alle politiche di parità si articolano in molteplici azioni, tra cui a mero titolo esemplificativo:
· potenziamento degli strumenti di democrazia paritaria nelle normative elettorali e nella rappresentanza istituzionale ex lege 215/2012;
· verifica dell’equilibrio di genere nei CdA delle società partecipate pubbliche ex lege 120/2011;
· attivazione di deleghe alla parità in tutti gli esecutivi regionali e costituzione di tavoli di coordinamento regionali delle politiche di parità;
· promozione di politiche attive per il lavoro femminile e misure di conciliazione quale fattore strategico di sviluppo, indispensabile alla crescita ed al perseguimento degli obiettivi di Lisbona;
· promozione di cultura e formazione di genere nel linguaggio dell’amministrazione pubblica;
· attivazioni di collaborazioni con i CORECOM regionali per un’adeguata rappresentazione femminile nei mass media;
· prevenzione e contrasto alla violenza di genere mediante l’approvazione di leggi o piani regionali contro la violenza sulle donne, sostegno delle reti dei Centri antiviolenza e case rifugio attive sul territorio come da Convenzione di Istanbul;
· valutazione dell’impatto di genere rispetto a tutti i provvedimenti legislativi regionali, in linea con le raccomandazioni europee anche mediante “misuratori d’uguaglianza” (ad es. bilancio di genere);
Evidenziato che
gli organismi regionali di pari opportunità, variamente istituiti in capo alle Giunte o alle Assemblee legislative regionali, costituiscono il naturale luogo di sintesi del dialogo civico, delle progettualità territoriali, nonché potenzialmente il ponte di congiunzione tra i vari livelli istituzionali sulle politiche di parità;
Le finalità statutarie della Conferenza Nazionale degli organismi regionali di Parità sono di: […] valorizzare il ruolo istituzionale degli organismi di pari opportunità, favorendo il coordinamento e lo scambio di esperienze e buone prassi tra le singole realtà regionali, al fine di promuovere politiche di genere conformi agli obiettivi di parità e pari opportunità tra uomini e donne, sanciti negli articoli 3, 51 e 177 7° comma della Costituzione.
[…] promuovere il raccordo e l’interlocuzione con le istituzioni nazionali, nelle loro diverse articolazioni e opera per costruire una rete con le istituzioni territoriali, nazionali e sopranazionali.
Considerato che
diventa sempre più urgente intervenire in modo coordinato sulla legislazione regionale per garantire il riequilibrio della rappresentanza di genere mediante strumenti di promozione e di correzione democratica;
la scrivente Conferenza di fatto costituisce l’unico coordinamento nazionale di organismi di pari opportunità incardinati nelle istituzioni regionali;
chiede
di considerare l’attivazione di una relazione e collaborazione permanente, anche mediante una specifica intesa, tra la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la Conferenza delle presidenti degli organismi di pari opportunità regionali, che sancisca un impegno istituzionale congiunto, uniforme e rafforzato su temi e proposte di lavoro per la parità di genere, le pari opportunità e contro le discriminazioni, nelle modalità che si converranno più utili e funzionali agli obiettivi condivisi.
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