Aula(Bologna, 24 luglio 2013) Con questo riordino delle forme pubbliche di gestione dei servizi sociali e sociosanitari, la Regione ha voluto interpretare gli esiti del monitoraggio effettuato sulle Aziende di servizi alla persona (ASP) e superare le criticità sollevate da Comuni e operatori, in particolare la difficoltà nel garantire la continuità assistenziale da parte del personale, oltre ad una sempre più precaria sostenibilità economica. Il confronto articolato e intenso con i sindaci e rappresentanti dei servizi a cui ho avuto modo di partecipare nelle scorse settimane, ha fornito suggerimenti migliorativi su vari punti del testo iniziale.

assistenzaInnanzitutto mi sembra positivo il fatto che ora questa legge rappresenta solo l’inizio di un percorso di trasformazione del sistema integrato di servizi pubblici alla persona, che ha come faro l’equità dell’accesso oltre alla sostenibilità della gestione. La principale novità è che si coordina con la legge di riordino territoriale e dunque fa coincidere l’ambito dell’ASP con il distretto sociosanitario e con l’ambito associativo dei Comuni: su ogni distretto è prevista la fusione delle ASP e l’aggregazione degli altri soggetti gestori di servizi in un’unica forma gestionale pubblica. Su questo punto, in accordo coi sindaci, abbiamo conquistato l’autonomia programmatoria dei Comuni, che potranno decidere come e quando arrivare al gestore unico nel territorio di riferimento.

In conclusione, la riforma conferma l’investimento sulla gestione pubblica integrata con le offerte di una pluralità di soggetti che sono parte del nostro sistema dei servizi; consente inoltre di superare i limiti di assunzioni di personale previsti per i Comuni e di rispettare le norme relative all’accreditamento; consente poi non solo risparmi, ma un rapporto più stretto fra i Soci locali e l’Azienda che è il loro strumento di gestione pubblica, mettendo i Comuni nelle condizioni di svolgere meglio le funzioni di programmazione, regolazione e committenza.