(Imola, 4 luglio 2013) Una bella e stimolante serata alla Festa Democratica di Lungofiume a Imola per ragionare su “Politica: sostantivo femminile” e rispondere alla domanda “il ricambio generazionale e la presenza di più donne garantiscono il cambiamento?”. Coordinato da Paola Lanzon, presidente del Consiglio comunale e rappresentante delle Donne Democratiche di Imola, il dibattito è stato molto partecipato – presenti anche diversi consiglieri comunali – e ricco di contributi di qualità, da Laura Cima del Laboratorio politico di Torino, Antonella Cunico di “Femminileplurale” di Vicenza, alla giornalista e formatrice Monica Lanfranco, all’esponente del movimento femminista Adriana Nannicini.

Isa Ferraguti e Giancarla Codrignani

Un punto condiviso e richiamato in particolare dalla presidente della Cooperativa “Noi Donne” Isa Ferraguti, riguarda le fondamentali conquiste civili e sociali raggiunte in Italia grazie al pensiero femminile e alle lotte femministe, un patrimonio di libertà, diritti e valori in cui oggi tutti ci riconosciamo, a cominciare dai principi di uguaglianza della nostra Costituzione. Il “femminismo” ha giocato un ruolo determinante nel cambiare una società che, di fatto, non riconosceva la soggettività della donna ma oggi, per legittimare il pensiero e l’azione di genere ancora necessari a colmare i gap di diritti tra donne e uomini, bisogna andare ben oltre: come ha detto autorevolmente la scrittrice e politica bolognese Giancarla Codrignani “la questione non è nominalistica”, si tratta invece di agire nelle istituzioni come nei luoghi sociali per realizzare politiche paritarie incisive, che migliorino nel tempo e costantemente le condizioni di vita e le opportunità delle donne. E allora sì: occorre esserci per contare. Non solo la qualità politica ma anche la quantità è cambiamento. La presenza paritaria delle donne nei luoghi decisionali e nelle istituzioni, da ottenere attraverso precisi correttivi democratici, risulta indispensabile al fine di scardinare stereotipi ancora potenti, riformare norme inadeguate alle attuali esigenze, affermare finalmente nel nostro Paese una cultura paritaria che rifiuta tutte le discriminazioni.