(Bologna, 3 luglio 2013) Molte le presidenti della Conferenza degli organismi di pari opportunità regionali che hanno partecipato all’incontro bolognese nella sede assembleare dell’Emilia-Romagna. Rappresentate infatti Calabria, Piemonte, Marche, Umbria, Veneto, Basilicata, Friuli, Sicilia, Lazio e Toscana. Obiettivo, stabilire una relazione diretta e costante con la Conferenza delle Regioni e con la Conferenza delle Assemblee e dei Consigli, innanzitutto per uniformare – e rendere più incisivi – gli strumenti attraverso i quali si sviluppano le politiche regionali di genere e per la parità. Per questo abbiamo voluto incontrare il presidente Vasco Errani e la presidente dell’Assemblea Legislativa Palma Costi, che hanno risposto positivamente alle nostre sollecitazioni.
L’impegno assunto in modo formale da entrambi è di portare entro luglio, nelle sedi delle rispettive Conferenze regionali, un documento di indirizzo che recepisce l’obiettivo dell’uguaglianza sostanziale e della lotta contro ogni discriminazione, legato in modo particolare ad una prevenzione concreta della violenza contro le donne, come sancito dalla Convenzione di Istanbul recentemente ratificata dal Parlamento italiano. Punti importanti di merito sono la doppia preferenza di genere nelle normative elettorali regionali, l’attuazione della legge per la composizione dei CdA, le progettualità ispirate al mainstreaming di genere, la medicina di genere, l’incentivazione all’occupazione femminile e alla conciliazione, la comunicazione pubblica. Non ultimo, il rafforzamento in tutte le Regioni degli organismi di pari opportunità, che devono essere stabili e integrati nelle istituzioni di riferimento, condizione che sta alla base dell’efficacia delle loro azioni per la parità dei diritti. LEGGI IL DOCUMENTO DI INDIRIZZO INVIATO AL PRESIDENTE ERRANI
La Conferenza degli organismi di Pari Opportunità regionali istituita il 22 gennaio 2008
premesso che
§ La promozione della parità tra donne e uomini rientra tra i principi informatori dell’ordinamento giuridico ed istituzionale italiano, di cui le Regioni costituiscono il livello di legislazione e di governo più prossimo a garanzia della rimozione degli ostacoli che impediscono la realizzazione dell’uguaglianza sostanziale;
§ E’ compito delle Regioni promuovere con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini, così come sancito dall’Articolo 51 della Costituzione Italiana;
§ anche nello sviluppo delle democrazie locali, mancano strumenti concreti per progredire su questo tema strategico non solo per l’avanzamento dei diritti e della società, quanto per la maturazione di una democrazia compiuta;
considerato che
I temi e le proposte afferenti alle politiche di parità si articolano in molteplici azioni, tra cui a mero titolo esemplificativo:
· potenziamento degli strumenti di democrazia paritaria nelle normative elettorali e nella rappresentanza istituzionale ex lege 215/2012;
· verifica dell’equilibrio di genere nei CdA delle società partecipate pubbliche ex lege 120/2011;
· attivazione di deleghe alla parità in tutti gli esecutivi regionali e costituzione di tavoli di coordinamento regionali delle politiche di parità;
· promozione di politiche attive per il lavoro femminile e misure di conciliazione quale fattore strategico di sviluppo, indispensabile alla crescita ed al perseguimento degli obiettivi di Lisbona;
· promozione di cultura e formazione di genere nel linguaggio dell’amministrazione pubblica;
· attivazioni di collaborazioni con i CORECOM regionali per un’adeguata rappresentazione femminile nei mass media;
· prevenzione e contrasto alla violenza di genere mediante l’approvazione di leggi o piani regionali contro la violenza sulle donne, sostegno delle reti dei Centri antiviolenza e case rifugio attive sul territorio come da Convenzione di Istanbul;
· valutazione dell’impatto di genere rispetto a tutti i provvedimenti legislativi regionali, in linea con le raccomandazioni europee anche mediante “misuratori d’uguaglianza” (ad es. bilancio di genere);
Evidenziato che
gli organismi regionali di pari opportunità, variamente istituiti in capo alle Giunte o alle Assemblee legislative regionali, costituiscono il naturale luogo di sintesi del dialogo civico, delle progettualità territoriali, nonché potenzialmente il ponte di congiunzione tra i vari livelli istituzionali sulle politiche di parità;
Le finalità statutarie della Conferenza Nazionale degli organismi regionali di Parità sono di: […] valorizzare il ruolo istituzionale degli organismi di pari opportunità, favorendo il coordinamento e lo scambio di esperienze e buone prassi tra le singole realtà regionali, al fine di promuovere politiche di genere conformi agli obiettivi di parità e pari opportunità tra uomini e donne, sanciti negli articoli 3, 51 e 177 7° comma della Costituzione.
[…] promuovere il raccordo e l’interlocuzione con le istituzioni nazionali, nelle loro diverse articolazioni e opera per costruire una rete con le istituzioni territoriali, nazionali e sopranazionali.
Considerato che
diventa sempre più urgente intervenire in modo coordinato sulla legislazione regionale per garantire il riequilibrio della rappresentanza di genere mediante strumenti di promozione e di correzione democratica;
la scrivente Conferenza di fatto costituisce l’unico coordinamento nazionale di organismi di pari opportunità incardinati nelle istituzioni regionali;
chiede
di considerare l’attivazione di una relazione e collaborazione permanente, anche mediante una specifica intesa, tra la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la Conferenza delle presidenti degli organismi di pari opportunità regionali, che sancisca un impegno istituzionale congiunto, uniforme e rafforzato su temi e proposte di lavoro per la parità di genere, le pari opportunità e contro le discriminazioni, nelle modalità che si converranno più utili e funzionali agli obiettivi condivisi.
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