(Parma, 1 luglio 2013) La Convenzione di Istanbul, redatta dal Consiglio d’Europa nel 2011 e finalmente ratificata dal Parlamento italiano, è stata protagonista di un incontro pubblico promosso dalla Provincia di Parma e guidato dall’assessora al welfare Marcella Saccani. A spiegare il valore e le implicazioni del documento, anche la presidente del Centro Antiviolenza di Parma Samuela Frigeri, la dirigente della Divisione Anticrimine della Questura Maria Grazia Ligabue e la sostituto procuratore Lucia Russo. Decisivo il fatto che la Convenzione “sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, per la prima volta, affronta il tema in maniera organica, stabilendo i principi necessari per la lotta integrata ad un fenomeno che può definirsi una vera e propria violazione dei diritti umani.
Si tratta dunque di un importante passo in avanti che conferma quanto, a livello internazionale e nazionale, si stia affermando un’attenzione concreta verso questa emergenza sociale e civile. Ribadendo, però, che siamo solo all’inizio del percorso: dopo la ratifica dell’Italia servono ancora altri cinque Paesi firmatari per rendere efficace il trattato, dal momento che per l’introduzione effettiva delle disposizioni è necessaria la ratifica di 10 stati dell’Unione, di cui almeno 8 membri del Consiglio d’Europa. E nel frattempo le violenze aumentano ovunque. Samuela Frigeri ha portato l’esempio del Centro parmigiano, a cui nel 2012 si sono rivolte 223 donne, vittime di violenza da parte di compagni e soprattutto ex, di natura fisica, psicologica, sessuale ed economica. Purtroppo la tendenza è in crescita in tutto il Paese e va invertita col fondamentale coinvolgimento di enti locali e associazioni di settore, come previsto proprio dalla Convenzione di Istanbul, nonché col rafforzamento delle normative di contrasto. Al proposito il nostro Parlamento deve proseguire sulla strada intrapresa e, discutendo le leggi già presentate contro i femminicidi e a sostegno dei servizi, garantire una tutela sempre maggiore alle donne.
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