(Bologna, 18 giugno 2013) Risale al 6 giugno scorso la fiaccolata cittadina a Rubiera per ricordare Tiziana “Titti”, donna e mamma uccisa brutalmente dal compagno, reo confesso e poi scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, un errore procedurale sconcertante che ha indignato la comunità fino alla costituzione del Comitato “Uniti per Titti”, che chiede giustizia e riforme. Di fronte alla violenza di genere tutte le istituzioni devono attivare politiche di prevenzione e contrasto, oltre che di assistenza alle vittime. Anche la Regione e le istituzioni locali devono esercitare un ruolo forte di sostegno, vicinanza e garanzia dei diritti costituzionali.

Ecco perché ho presentato una Risoluzione che impegna la Giunta ad un pieno coinvolgimento, attraverso la costituzione di parte civile a fianco delle vittime di femminicidio, azioni più incisive di prevenzione e coordinamento contro la violenza, compresa la tutela legale per le donne minacciate. L’Assemblea l’ha approvata all’unanimità assieme ad un altro atto del Gruppo PD che impegna la Regione sul sostegno ai centri antiviolenza e case-rifugio e sollecita Governo e Parlamento sia alla realizzazione della task force nazionale che alle riforme normative di contrasto.

Come ho evidenziato nella Risoluzione, ad oggi sono 67 i femminicidi in Italia dall’inizio dell’anno, tra questi 5 in Emilia-Romagna. Inoltre, sono almeno 50 i casi di tentati femminicidi, tra cui 6 in regione. Un bollettino drammatico che dimostra come, nel Paese e nella nostra regione, non accenna a diminuire il gravissimo fenomeno sociale della violenza di genere, sia nei suoi aspetti persistenti di violenza psicologica o economica, sia in quelli fisici che arrivano ai casi più estremi. Le donne non possono più aspettare!