(Bologna, 14 giugno 2013) Dedicato ai temi della cultura e dell’educazione, si è svolto il quinto dei sei appuntamenti promossi dalla commissione per la Parità tra donne e uomini in vista della presentazione del progetto di legge quadro. L’ultima audizione è prevista per lunedì 24 giugno. A introdurre l’incontro, oggi guidato dalla vice presidente Rita Moriconi e come gli altri partecipato da rappresentanti di associazioni e istituzioni, è stata chiamata Rossella Ghigi, del Dipartimento di Scienza dell’educazione Università di Bologna. Ecco alcune delle principali questioni emerse.
Nell’infanzia e adolescenza, le c.d. agenzie di socializzazione – famiglia, mass media, scuola, altre istituzioni – costruiscono l’identità di genere tramite un sistema di rinforzi positivi e sanzioni negative: “piacere e compiacere” continua a essere uno dei messaggi più incisivi rivolti a bambine e ragazze, nonostante i grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni. Nella scuola vanno adottate politiche educative che mettano in discussione gli stereotipi di genere e i ruoli prefissati. Perché questo avvenga, occorre agire anche sulla consapevolezza e dunque formazione di genere del corpo insegnante, da cui stanno provenendo crescenti segnali di convinzione e sensibilità. Gli stereotipi nei confronti delle ragazze sopravvivono e si riproducono nonostante le loro migliori performances di rendimento scolastico in tutte le classi d’età; un primato femminile poi capovolto nel momento in cui si passa all’ambito lavorativo, tanto che già all’ingresso nel mercato del lavoro le selezioni e i test di valutazione tendono a privilegiare le attitudini maschili. Le discriminazioni di genere, inoltre, sommano o moltiplicano i loro effetti quando si incrociano con altre discriminazioni, etniche o razziali. Alla nuova legge regionale sulla parità si chiede infine di garantire sostegni concreti al patrimonio bibliotecario e documentale di genere e alle attività culturali di sensibilizzazione ai temi paritari.
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