(Bologna, 26 marzo 2013) Al termine della missione valutativa effettuata nei mesi scorsi per verificare la concreta efficacia dei voucher destinati ai genitori che portano i bambini al nido d’infanzia, l’Assemblea legislativa ha approvato una Risoluzione che impegna la Giunta a riproporre questo tipo di interventi correggendone però alcuni aspetti. La missione valutativa è una modalità utile ad orientare al meglio gli interventi pubblici, che nel caso dei voucher consentirà alla Regione di rimodulare quelle che il prof. Stefano Zamagni ha recentemente definito – superando il concetto di mera conciliazione – le “politiche di armonizzazione” dell’organizzazione del lavoro e degli oneri familiari di donne e uomini. Come ho detto in Aula, il sistema dei voucher va integrato con altri strumenti a sostegno delle politiche paritarie, nell’ottica di un ulteriore salto culturale che per la Commissione Parità significa piena “condivisione delle responsabilità sociali e di cura”.
I Comuni aderenti ai voucher sono passati dai 47 dell’anno 2009/2010 ai 59 del 2011/2012. Le famiglie beneficiarie sono state 500 nel 2009/2010, 926 nell’anno successivo, 948 nel 2011/2012 fino alle attuali 1.212. Grazie al Fondo sociale europeo ogni beneficiario ha avuto un contributo di max 250 euro al mese per bambino (integrabile), allo scopo di coprire, per chi ha un Isee inferiore ai 35.000 euro, la differenza del costo esistente tra la retta del nido d’infanzia privato e quella del pubblico. La Risoluzione impegna innanzitutto la Giunta regionale a superare il vincolo del concetto di “genitore occupato” in quanto la previsione del requisito per entrambi i genitori contrasta con l’attuale situazione economica. Va poi garantita una maggiore flessibilità nelle procedure, in modo da consentire alle famiglie l’accesso al voucher anche nel corso dell’anno scolastico. Appare necessario promuovere la gestione associata e la messa in rete dei voucher a livello distrettuale e, infine, compatibilmente con le norme europee e nazionali di riferimento, la Regione, i Comuni e i gestori dei nidi devono trovare modalità più rapide ed efficaci nell’erogazione del contributo.
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