(Bologna, 22 marzo 2013) Benessere e salute delle donne sono strettamente legati alla qualità dei servizi socio-sanitari attivi sul territorio regionale, in particolare grazie ai consultori familiari e ad una sempre maggiore integrazione delle strutture territoriali, comprese le Case della Salute. Ne abbiamo discusso in Commissione Parità a seguito di un’informativa che abbiamo chiesto all’Assessorato e che ci ha fornito gli elementi per presentare una risoluzione alla Giunta finalizzata a tutelare questi servizi pur nel quadro del taglio dei bilanci imposto dalla spending review.

Avviate nella seconda metà del 2010, le Case della Salute sono già funzionanti in 49 realtà territoriali e altre 62 sono in via di realizzazione. Sono strutture di varie dimensioni, in grado di erogare un’assistenza primaria e servizi per tutte le esigenze non di livello ospedaliero. Quanto ai consultori, si tratta di realtà attive da oltre trent’anni e oggi sono 217. Fra le attività più innovative, la progressiva demedicalizzazione della gravidanza e gli interventi specifici rivolti alle ragazze (14-19 anni) e alle donne immigrate. Va sottolineato il costante calo del tasso di abortività, sia fra le donne italiane che – in misura più netta negli ultimissimi anni – fra le immigrate, così come la diversificazione e complessità delle esigenze espresse. È poi tuttora in crescita l’attività di screening citologico (25-64 anni), che ha portato a un forte incremento delle presenze nei consultori.

Chiederemo dunque una centralità di questi temi nell’agenda politica della Regione, il che significa no ai tagli lineari nelle Aziende sanitarie, sì al consolidamento di servizi cruciali per la coesione sociale, garantendo ad esempio la sostituzione del personale che va in pensione e investendo sull’integrazione dei presidi territoriali – che entrano in contatto direttamente con le donne, le giovani, le immigrate e consentono di cogliere i cambiamenti in atto – nel sistema sanitario nel suo complesso. Tra gli aspetti da potenziare, la prevenzione della violenza domestica, l’informazione, la continuità assistenziale.