
Susanna Pisano del consiglio nazionale Forense, la prof. Maria Virgilio, il GIP Bruno Gangiacomo nella sala di Palazzo Malvezzi
(Bologna, 22 febbraio 2013) Invitata dalla prof. avv. Maria Virgilio e alla presenza delle prof. Susi Pelotti e Carla Faralli, sono intervenuta alla Conferenza finale del progetto europeo Lexop “Gli operatori della legge tutti insieme per le donne vittime di violenza nelle relazioni di intimità”, portando la mia esperienza di presidente della commissione per la parità regionale. Nell’illustrare le linee guida della legge quadro che stiamo preparando, ho chiesto espressamente al consesso un contributo scientifico di competenza. Proposto e coordinato dall’Università di Bologna, il progetto unisce infatti istituzioni, professionisti e associazioni attorno all’obiettivo di rendere efficaci gli strumenti di prevenzione e contrasto alla violenza, in particolare mediante protocolli operativi dettagliati a disposizione di soggetti pubblici e privati che si trovino ad incrociare questo drammatico fenomeno. Tra gli interventi, Massimo Toschi dell’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali ci ha informato di una ricerca i cui esiti saranno divulgati fra qualche mese, condotta in tutti i paesi europei su una fascia di età molto ampia, tale da farci comprendere anche il versante, sottovalutato, della violenza alle persone anziane.
Le iniziative di sensibilizzazione si stanno moltiplicando – dalla bellissima danza “One billion rising” alla Litizzetto sul palcoscenico di Sanremo, al lavoro editoriale e televisivo di Riccardo Iacona – ma è chiaro che il fenomeno va arginato con ogni mezzo, compresi quelli giuridici e istituzionali. La strage infatti continua, con una media che in Italia si attesta su un femminicidio ogni tre giorni. E’ di ieri la notizia del brutale assassinio a Budrio di Jamila, una giovane donna e madre di origini marocchine, per mano del marito. Quasi tutte vittime annunciate, già fatte oggetto di violenze, che in certi casi avevano anche denunciato e in molti altri casi avevano taciuto.
Molte donne non chiedono aiuto perché non hanno fiducia: nel sistema legale, che ben tutela gli aggressori, nella stessa magistratura che ancora oggi considera la violenza domestica un reato di minore gravità rispetto ad altri. Per evitare la c.d. vittimizzazione secondaria occorre un approccio corretto ed integrato da parte delle forze dell’ordine e di tutti gli operatori della giustizia, adeguatamente e specificamente formati. Qui sta l’obiettivo di Lexop, una rete multidisciplinare degli operatori impegnati nel contrastare la violenza del partner nelle relazioni di intimità, per offrire una risposta coordinata e integrata nel proteggere le vittime e perseguire l’offensore.
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