(Reggio Emilia, 9 febbraio 2013) Al Circolo Tunnel di Reggio Emilia ho moderato un confronto pubblico centrato sul lavoro, l’uguaglianza sostanziale e i diritti delle persone disabili. Grazie all’intervento introduttivo di Stefano Tortini presidente regionale di FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabili), ai contributi competenti e qualificati di Maria Cecilia Guerra, già sottosegretaria del Ministero Lavoro e politiche sociali e candidata PD al Senato e di Maino Marchi, componente della Commissione bilancio e candidato PD per la Camera, abbiamo approfondito la complessità dei problemi e dei bisogni, nella consapevolezza del profondo gap esistente in ogni ambito della società tra persone disabili e normodotate, che di fatto rende ancora una volta incompiuta la nostra Carta Costituzionale.

Durante la discussione è stata espressa una forte critica nei confronti della miopia delle politiche rigoriste, che non investono sul welfare come fattore di sviluppo della società e del benessere di ciascun individuo. La testimonianza di genitori e familiari ha reso palpabile la sofferenza e la fatica di una quotidianità difficile resa ancora più complicata da una burocrazia “cattiva”, cioè non rispondente alle effettive esigenze di vita e di autodeterminazione delle persone disabili. In Emilia-Romagna sono più di 400mila i disabili certificati, ma tanti sono quelli che non trovano riscontro nella banca dati del sistema. Tra le proposte condivise, la necessità di redigere una legge quadro nazionale che coordini tutti gli strumenti a supporto e corregga le palesi ingiustizie perpetrate ai danni di persone e famiglie colpite da disabilità. Indispensabile finanziare i servizi sociali e per la non autosufficienza, fondi che il PD ha difeso con le unghie e coi denti, anche durante gli ultimi lavori parlamentari, contro la ferocia di una spending review indiscriminata. In particolare, Maria Cecilia Guerra ha lavorato con efficacia per ripartire tra le Regioni queste risorse a tempo di record. Infine, una forte ed unanime denuncia è scaturita nei confronti dei falsi invalidi e disabili, che determinano nell’opinione pubblica l’idea di un “parassitismo sociale”. Il principio è sempre lo stesso: massima trasparenza e controlli nella spesa pubblica, ma la realtà è che non sono tutti uguali ed è sbagliato attivare generalizzazioni stereotipate che marginalizzano i più deboli.