(Bologna, 31 gennaio 2013) Pur con ritardo, la sensibilità e le competenze attorno alla medicina di genere stanno crescendo. Merito anche di iniziative come quella di Terziario Donna Confcommercio di Bologna, che ha riunito medici, farmaciste ed erboriste, avvocati, in un convegno tenutosi nel centro cittadino e aperto al pubblico proprio per informare su questa “nuova prospettiva del benessere” davvero importante e concreta.

Come ha ben spiegato Patrizia Stefani, presidente dell’associazione Medicina Europea di Genere (MEG), le ricerche scientifiche dimostrano ampiamente il differente impatto delle patologie (non solo quelle legate agli apparati riproduttivi ma tutte le patologie comuni) su uomini e donne, poiché diverse sono le caratteristiche organiche e dunque la risposta fisica allo stesso trattamento terapeutico. Parliamo di appropriatezza della cura, un principio che non troverà piena applicazione finché tutte le nostre strutture sanitarie e il personale medico non avranno assunto protocolli adeguati. Ecco perché il progetto di legge per la Parità che stiamo elaborando in queste settimane dedica una parte rilevante del suo articolato alla promozione e sostegno della medicina di genere, quale approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche finalizzato ai migliori criteri di erogazione del Servizio Sanitario Regionale, attraverso appositi e differenziati percorsi di cura e assistenza all’interno delle strutture.